Un po’ depresso la prima volta contro l’Atalanta, pirotecnico invece la seconda contro il Genoa, giusto prima della sosta. E stasera? Come sarà stasera il tridente Pandev-Cavani-Hamsik per la terza volta in campo dall’inizio? E’ vero, quando manca il Pocho l’attesa azzurra si riempie sempre d’un poco d’apprensione, però da quando il Napoli ha scoperto Pandev e Pandev ha riscoperto forma fisica e voglia di giocare, beh, da quel momento le cose son cambiate. Non che il Napoli possa fare a meno di Lavezzi a cuor leggero, questo no, ma è vero pure che rispetto alle alternative del passato, anche di quello più recente, la presenza d’un Pandev vecchio stile là davanti riesce ad essere più rassicurante. Il che per un Napoli afflitto da sempre dalla latitanza d’un credibile ricambio per l’attacco è già un bel passo avanti. Soprattutto adesso, con il Pocho stirato e Vargas – come racconta Mazzarri – non ancora “inamidato” al punto giusto per il nostro campionato.
LA CONFERMA -E allora, in attesa del recupero di Lavezzi e d’un minimo d’ambientamento del Pocho del Cile, ecco il Napoli ripartire da lì dove s’era congedato prima di Natale. Ovvero, dal larghissimo successo sul povero Genoa. Dai sei gol costati addirittura il posto a Malesani. Dalla lista dei bomber, che per la prima volta da quando è cominciata la stagione ha visto scritti contemporaneamente l’uno accanto all’altro i nomi di tutti e tre gli uomini d’attacco. Ecco perché il match di questa sera col Palermo diventa per Mazzarri e per la squadra anche una prova del nove. E cioè: contro il Genoa per il tridente Pandev-Cavani-Hamsik fu vera gloria oppure soltanto una felice coincidenza? Il Napoli, ovviamente, scommette sulla prima ipotesi. Per il Napoli, infatti, anche con Pandev il tridente funziona a meraviglia. Seppure, si capisce, con caratteristiche e geometrie diverse da quelle disegnate quando in campo c’è Lavezzi. Logico. Con l’argentino la squadra ha più fantasia, è più imprevedibile, ha l’arma micidiale del dribbling che può dare l’uomo in più e con la rapidità e la velocità del Pocho può sfruttare gli spazi, la profondità; quando c’è Pandev, invece, il disegno azzurro è un po’ diverso. Paga dazio da una parte, è fuor di dubbio, però passa all’incasso in quanto a tecnica (perché di tecnica Pandev ne ha più di Lavezzi), in quanto a collegamento con il centrocampo, compattezza e concretezza del gioco. E poi, come il Pocho anche il macedone sa suggerire l’ultimo passaggio. E si spulcia nei numeri non si fa fatica a scoprire che il rapporto minuti-gol pende dalla parte dell’ex interista: un gol ogni 380 minuti in campo per Lavezzi, uno ogni 212′ per lui che, si sa, sotto porta ha una tradizione da sempre più felice.
CONCORRENZA -Insomma, è vero che il Napoli spera di ritrovare presto il Pocho e anche di poter mostrare in fretta il suo ultimo gioiello di mercato, ma a Palermo ci arriva con la tranquillità d’un attacco nient’affatto d’emergenza. Anzi, se possibile, con Pandev ancora più motivato dalla concorrenza di Edu Vargas, con Hamsik che proprio la capacità del macedone d’abbassarsi a centrocampo può trovare più spazi per quegli inserimenti che sono la sua arma d’offesa preferita, con Cavani che, se la partita lo permette o lo richiede, può spostarsi più di lato lasciando a Pandev il ruolo della prima punta. Come dire: ricomincia il campionato e l’attacco azzurro si rinnova. Anzi, s’amplia, s’ingrandisce. Infatti, se prima erano soprattutto tre a sopportare il peso dell’attacco, adesso sono in cinque. Cinque nomi per tre maglie. Intanto una cosa è certa: d’ora in poi là davanti Mazzarri avrà solo problemi di scelta e d’abbondanza.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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