Uno per tutti e però, per gradire, tutti per uno: la filosofia è chiara, c’è il gruppo che ha il privilegio assoluto, nell’analisi e nelle chiacchierate a taccuini aperti del pre e del post-partita, nella lettura delle situazioni positive e persino di quelle negative. Hamsik segna una doppietta al Bologna e una al Chievo, è il personaggio del momento, il catalizzatore di un avvio dirompente che (ri)alimenta il dibattito sulla sua somiglianza, se più prossima a Gerrard o se più accostabile a Lampard: «E’ un grande calciatore, ma il merito d’ogni prodezza è la squadra».
Higuain si sblocca a Verona, uno-due con Insigne nello stretto, assist dello «scugnizzo» da standing ovation e blitz del Pipita da vecchio, indistruttibile centravanti: «Bella azione, prodotto dalla manovra corale. Il merito va diviso tra reparti». Il Chievo ne fa due, pastrocchio sull’asse Britos-Reina: calma e gesso, il mercato può aspettare. «Se non sarà possibile rinforzarci, perché per farlo bisognerebbe spendere trenta milioni di euro, provvederemo a eliminare le disfunzioni con il lavoro. Sulla fase difensiva si lavora assieme». C’è una medaglia per chiunque ma la priorità è assicurata al riconoscimento di un collettivo che intanto sta per essere plasmato ad immagine e somiglianza d’un tecnico che ha scelto e che procede senza indugi a garantire il proprio calcio, nel quale le stelle servono per illuminare la strada e non per accecare: «Perché vince sempre il concetto di squadra».
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
