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Il tecnico partenopeo ha preso tempo: il progetto Roma lo affascina

Nonostante il secondo posto conquistato, il mister deciderà dopo la gara dell'Olimpico

Casa, dolce casa: per starsene con moglie e figlio e magari anche un po’ con se stesso, per meditare a lungo e senza lo stress da prestazione che toglie il respiro, per avere dinnanzi un panorama nel quale infilare la testa e poi lanciarsi nelle valutazioni: e capire se due più due fa veramente quattro. Cioè: meglio l’uovo (d’oro) oggi di quel Napoli con il quale è cresciuto pure Mazzarri, cogliendo il meglio di sé, oppure andare a inseguire il proprio domani con la Roma da ritoccare qua e là, da riedificare secondo le proprie idee di calcio? Le domande si inseguono sistematicamente e pure domenica sera, a festa ultimata, con tanto di giro di campo e poi di black-out mediatico per sfuggire agli insidiosi interrogativi, le risposte restano immutate: «Deciderò soltanto al termine della stagione, dunque dopo la gara del 19 maggio all’Olimpico».

IL RIFUGIO – Clic, un interruttore che dà luce e fa venire la soluzione: difficile pensare che possa andare così e che non ci sia già una scelta di vita nascosta (artatamente) in quelle riflessioni che si stanno prolungando da un po’. In principio fu «l’anno sabbatico», la tentazione di starsene fermo, di andarsene un po’ in giro ad osservare il calcio altrui come spettatore interessato: ma poi l’adrenalina, il pericolo di andare in crisi di astinenza, la voglia matta di avere vigilie tese, formazioni da fare e da nascondere, segreti altrui da carpire e i propri da occultare. Insomma, tutto quanto fa Mazzarri: che si è messo a giocare a bordo campo, nei pressi di una panchina (virtualmente) vacante al 30 giugno prossimo e però (altrettanto virtualmente) occupata da quell’offerta presentatagli da De Laurentiis non molti mesi fa, poi rinnovata.
TACCIO, NON SCRIVO – La biografia già (quasi) pronta per andare in libreria attende (pure quella) l’ultimo capitolo: non è stata consegnata alle stampe, non è stata neppure sussurrata, perché la fantasia non può ancora raccontare la realtà che si vivrà. E però, intanto, andando a scorgere il riassunto delle puntate precedenti, era già successo, proprio due anni fa, che si vivesse a bordo campo, nei pressi della panchina: allora fu la Juventus a rappresentare l’ipotesi seducente e quando ormai pareva tutto irrimediabilmente compromesso, con De Laurentiis che per tutelarsi aveva persino incontrato Gasperini per farsi concedere la disponibilità (e forse pure qualcosa in più), mutò lo scenario e venne riscritta la storia personalissima. Che a San Vincenzo Walter Mazzarri sta provvedendo ad ultimare: basta una parola, un sì o un no, e credere che neppure lui sappia quale sia, alimenta un romanzone.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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