Vista dalla tribuna del Foro Italico, la partita comincia già da 1-0. «E’ già un grande risultato averli fatti incontrare qui» . Parole del presidente del Coni, Gianni Petrucci, l’uomo che questa mattina ospiterà i commensali al “tavolo della pace” armato di thermos pieni di caffé visto che l’appuntamento è alle 9 del mattino. Semmai il capo dello sport italiano proverà ad addolcire tutti con una dose massiccia di cornetti caldi ma sui risultati di questa “strategia dello sfinimento” nessuno scommette. D’altro canto, il senso stesso dell’incontro appare inafferrabile. Deve servire a superare il conflitto che da Calciopoli ad oggi ha contrapposto Juventus e Inter? Allora bastava invitare Andrea Agnelli e Massimo Moratti evitando la “levataccia” ad Adriano Galliani, a Diego Della Valle e ad Aurelio De Laurentiis. Al tavolo ci saranno Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, e Antonello Valentini, direttore generale, in qualità di rappresentanti di una istituzione terza che tale, però, non viene considerata dalla stessa Juve che nei confronti di via Allegri ha aperto un contenzioso (e anche per questo il capo della Figc dice che non si farà tirare per la giacchetta). E’ l’avvio di una riflessione sul futuro del calcio? E’ possibile che a quel tavolo i cinque trovino un punto di contatto ma poi bisognerà convincerne altri quindici.
MARATONA – Una cosa è certa: Petrucci (che avrà al suo fianco il segretario generale del Coni, Lello Pagnozzi) li terrà inchiodati a quel tavolo almeno sino a quando non uscirà qualcosa: una disponibilità, una cauta apertura, l’impegno a cercare più le ragioni della pace che quelle del conflitto. Perché al Foro Italico sono convinti che chi vuole fare impresa nel calcio da un quadro ispirato a princìpi di serenità ha solo da guadagnare. Certo le posizioni in partenza sembrano difficilmente conciliabili. Moratti ha fatto già sapere che se si prova a parlare del passato, degli scudetti revocati e riassegnati, lui si alza e se ne va. Posizione inconciliabile con quella del club bianconero che considera suoi i titoli del 2006 e del 2005 tanto è vero che li segnala anche nello spogliatoio degli ospiti del suo nuovo stadio. La Figc, a sua volta, non può tornare indietro né rispetto alle scelte del commissario Guido Rossi né rispetto alla relazione con la quale il Cf ha respinto il ricorso della Juventus nel quale si chiedeva di revocare lo scudetto del 2006 assegnato all’Inter sulla base delle intercettazioni telefoniche brandite dalla difesa di Moggi nel processo di Napoli (e ritenute dai giudici sostanzialmente irrilevanti). E’ possibile che Petrucci si accontenti di gettare le basi per un nuovo confronto, filtrando così un po’ di veleni.
SCELTE – Petrucci aprirà l’incontro con un lungo ed ecumenico prologo. Vuole anche capire, il presidente del Coni, come si può riformare il calcio. E qui dovrà fare i conti con linguaggi lontanissimi dai suoi. Al tavolo ci sarà De Laurentiis che Petrucci ha apprezzato per il ruolo di mediazione svolto in occasione dello sciopero dei calciatori, la cui continuazioone venne evitata proprio grazie a una proposta del presidente del Napoli. Ma De Laurentis non ha mai fatto mistero delle sue opinioni in proposito: lui guarda all’Nba, al campionato europeo, considera l’attuale sistema (dalla Fifa e dalla Uefa in giù) un reperto archeologico che toglie solo risorse al calcio professionistico. Difficile immaginare che Petrucci possa abbracciare queste tesi anche perché se lo facesse delegittimerebbe la Federazione. La sala è stretta, il tavolo claudicante: Petrucci dovrà trovare la zeppa giusta per non farlo ballare.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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