Chi vincerà il campionato non si sa ancora, intanto però la serie A può già assegnare uno scudetto: quello per l’abbonamento più caro. Nella classifica sul costo degli abbonamenti al primo posto c’è la Lazio, dove per andare tutto l’anno nella tribuna d’onore centrale si pagano 3.900 euro. Prezzi leggermente inferiori per Atalanta (3.130 euro) e Napoli (3.000). Ma andare allo stadio non è una roba da ricchi: basta accontentarsi di un posto in curva per pagare dai 150 ai 500 euro per le 19 partite in casa della propria squadra del cuore. Atalanta ed Empoli sono le società che consentono di abbonarsi con la cifra più bassa (150 euro). La curva più cara è quella dello Juventus Stadium La curva più cara è quella dello Juventus Stadium (500 euro) ma l’acquisto permette di avere sconti per lo Juventus Museum, il tour dello stadio e lo J-Medical, il centro medico nato da un’idea di Juventus e Santa Clara Group. In generale, il prezzo di un abbonamento dipende da vari fattori: il primo è quello visuale, che rende più costosi i posti più bassi e centrali. Più si sale e più ci si sposta lateralmente, meno si spende. Il secondo fattore è quello temporale: acquistare un abbonamento con largo anticipo permette di avere degli sconti. Il terzo fattore è climatico: le tribune scoperte sono più economiche di quelle coperte. Il quarto è la “fedeltà”: i vecchi abbonati pagano prezzi più bassi per il rinnovo (oltre ad avere il diritto di prelazione sul posto). Ci sono, poi, altre variabili: gli under16, gli studenti, le donne e gli invalidi hanno spesso tariffe agevolate, così come le famiglie per le quali in alcuni casi ci sono settori riservati (come la tribuna “family” nel caso dell’Inter). I prezzi – così come le tipologie di posti – variano da stadio a stadio: ci sono strutture più grandi e strutture di dimensioni ridotte, come nel caso dello stadio del Pescara, che può ospitare fino a 20.476 tifosi. Da che cosa dipende il costo Il costo non dipende solo dallo stadio ma anche dalla squadra: nel caso di città con due club, infatti, ci si può imbattere in una (più o meno) lieve differenza di prezzi: al “Luigi Ferraris” lo stesso posto a sedere in tribuna centrale costa 1.000 euro quando gioca in casa il Genoa e 800 quando gioca la Sampdoria; a San Siro gli interisti pagano 2.250 euro per le più care poltroncine rosse centrali, mentre i milanisti 2.100 euro. Il vantaggio però si inverte in curva, dove i milanisti sborsano 350 euro contro i 234 degli interisti. A Roma la stessa tribuna Monte Mario costa la 890 per la Roma e 990 per la Lazio, mentre per le curve si pagano rispettivamente 295 e 260 euro. In molti casi, però, il prezzo non è il parametro principale per scegliere il settore in cui seguire la propria squadra: i tifosi più “caldi” preferiscono la curva anche per l’atmosfera che si respira; in tribuna è più facile trovare famiglie con bambini; i distinti, invece sono una terra di mezzo, la preferita dello scrittore Maurizio De Giovanni: «È nei distinti che si capisce il calcio, credete a me. Non altrove. È nei distinti che si capisce l’amore».
Fonte: Il Sole 24 ore
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