A procurare il primo contatto tra Aurelio De Laurentiis e Giampaolo Pozzo fu Pierpaolo Marino sette anni fa. Si piacquero subito. Imprenditori concreti, con il fiuto dell’affare, dalla battuta pronta. Non a caso, Pozzo piombò al Tribunale Fallimentare di Napoli nell’estate del 2004 un pò prima di De Laurentiis. Rilevare un club con un seguito simile (sei milioni di tifosi sparsi per il mondo) dalle ceneri di un fallimento era un’occasione da non perdere. Ma il patron della Filmauro si spinse oltre, offrì di più (31milioni di euro) aggiudicandosi un titolo nudo, spoglio, privo di ogni cosa. Pozzo tese per primo la mano al Napoli cedendo a titolo gratuito il Pampa Sosa ed in prestito il portiere belga Renard. Poi nel 2009, per Quagliarella, De Laurentiis sborso 18 milioni di euro includendo la prima metà di Domizzi. L’anno successivo, fu l’Udinese a rivelare Denis mentre l’estate scorsa per Inler il patron del Napoli si impegnò per sedici milioni di euro. C’è stima tra i due, simpatia tra le rispettive famiglie, ma business is business dicono gli inglesi e quando si parla di affari tra la famiglia Pozzo e Aurelio De Laurentiis l’amicizia passa spesso in secondo piano. Ma stavolta il Napoli non ha alcuna fretta di chiudere e se è possibile accordarsi, bene, altrimenti amici come prima.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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