Scene da una partita (qualsiasi): il portiere con la faccia pulita e il taglio di capelli ordinato arriva nello spogliatoio, indossa la divisa e prega. Entra in campo e continua a pregare. La squadra segna e lui prega, ringrazia Dio. E quando tutto finisce, comunque sia andata, si inginocchia e allarga le braccia guardando il cielo. Poi, torna negli spogliatoi e prega ancora, con le mani sul volto, raccolto, intimo e felice. Questo è Rafael Cabras Barbosa, portiere del Napoli, Atleta di Cristo, evangelico fervente, giovane uomo che vive il calcio e la vita nel nome di Jesus. Di Deus. “E’ lui che mi ha messo qui” . A Napoli, la sua nuova casa. Quella di cui ha cominciato a custodire la porta senza risparmiarsi: l’intervento Il fortissimo vice di Reina, contro Arsenal e Inter ha confermato tutto il suo valoresu Guarin, domenica con l’Inter, gli è
costato un buco sulla caviglia, è vero, ma di fatto ha blindato la vittoria dei suoi. E il dolore è diventato più lieve.
BIBBIA TWEET – E allora, Rafa il goleiro. L’erede di Edinson Cavani, sotto l’aspetto dei credenti del pallone vestiti d’azzurro, ma se vogliamo un personaggio ancora più singolare nel suo modo di essere credente: al di là delle preghiere e delle foto che lo immortalano in raccoglimento, sui suoi profili social Rafael posta anche i passi della Bibbia. Ci crede eccome, lui, ragazzo nato a Sorocaba, cittadina di oltre cinquecentomila abitanti dello Stato di San Paolo che, tra l’altro, ha cullato anche l’attaccante del Sassuolo, Diego Farias.
CHE ESPERIENZA – Ventitre anni compiuti, i primi calci a 5, modello Futsal, di cui i brasiliani sono maestri, poi i passaggi al San Paolo, al Korea, al Bahia e infine l’arrivo al Santos, nel 2003. Dove comincia la trafila delle giovanili e dove poi debutta, a 20 anni: giocando da titolare inamovibile per 189 volte, guadagnando l’appellativo di “a muralha” , il muro, e conquistando tre volte il campionato Paulista, una Coppa del Brasile, una Recopa Sudamericana e soprattutto la Libertadores. La Champions del Sudamerica. L’esperienza, insomma, non gli manca. Altro che storie.
PARATA-GOL – Dopo la partita con l’Udinese, un esordio in campionato non proprio impeccabile considerando la leggerezza sul gol di Bruno Fernandes, con l’Arsenal e l’Inter sono poi arrivate due prestazioni più convincenti: degna di lode e applausi la parata su Giroud nel primo tempo della notte con i Gunners, suo debutto in Champions; quasi un gol, l’intervento kamikaze con il piede che ha impedito a Guarin di mettere dentro la perla sottoforma di assist messa in mezzo da Palacio. Sarebbe stato il 3-3; e invece è stato uno: un buco, una ferita sulla caviglia che l’ha quasi messo fuori causa prima della fine della sfida. Poi, tutto okay e chiudiamola qua. Sta bene, domenica è rimasto in campo e per sabato non rischia. E’ pronto anche per Cagliari. Eventualmente.
IL MERCATO – Sì, perché Pepe il titolare migliora e alla prossima potrebbe anche rientrare dal primo minuto, ma tutto sommato la coda del 2013 di Rafael può ritenersi piuttosto soddisfacente. Certo, la realtà è del tutto nuova e probabilmente con la continuità e la fiducia arriveranno prestazioni sempre migliori, però il rodaggio può considerarsi concluso. In piena evoluzione, invece, la questione legata al suo acquisto dal Santos: ieri, infatti, a Napoli erano attesi il responsabile della sezione sportiva del club di San Paolo, André Zanotta, e Paulo Affonso, manager vicino a entrambi i club nonché procuratore di Rafael, per parlare del trasferimento di Edu Vargas in prestito. E dunque della possibilità di far rientrare nella trattativa, a mo’ di compensazione, anche una parte delle rate che il Napoli deve ancora al Santos per l’acquisto del portiere. Dettagli? Non solo: significa che il futuro è suo.
Fonte: Corriere dello Sport
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