L’eco delle note di «Himn Ligi Mistrzow», l’inno della Champions, s’è già sparsa nell’aria e la notte prima dell’esame c’è un coro che s’è preso Napoli per cantargli la ninnananna, lasciandola sognare tra due guanciali: la madre di tutte le partite è ormai stata scelta dal destino, scritto con le proprie mani da quel Napoli da applausi, e raschiando il fondo della memoria e dei ricordi, l’atmosfera magica riconduce a Diego & a suoi nipotini, a quei meraviglioso anni ‘80 che stavolta rivivono e che scuotono le coscienze calcistiche. The Champioonssss : è un urlo festante che va dai vicoli al lungomare, la colonna sonora finalmente ascoltata dal vivo e non più in tv, una sorta di preghiera agli dei che, a Castelvolturno, condividono – giustamente a modo loro – l’attesa di un Evento senza precedenti, perché ci sono romanzi popolari che vanno aggiornati e questa è già un’altra pagina da arricchire.
IL RECORD – C’era una volta Napoli-Stoccarda e non fu una partita qualsiasi, ma la finale di una coppa Uefa che a quei tempi aveva un suo peso specifico, una sua capacità attrattiva, un magnetismo per nulla paragonabile all’omologa odierna, l’Europa League: c’era, certo, perché poi, nel guinness di primati, appena cinque mesi fa, 18 ottobre 2011, pure quella è stata spazzata via. Napoli-Bayern pareva l’ennesima frontiera inavvicinabile, un’asticella irraggiungibile posta a 2.541.504 euro, un enorme caveau in cui contenere la lucida passione d’una folla ineguagliabile, la sintesi di quei sei milioni di tifosi sparsi nel mondo. Ma qui ci vuole poco a prender penna, carta e calamaio, e a rimetter a posto le scadenze dell’esistenza: Napoli-Chelsea è già finita oltre, di gran lunga, s’è spinta ben al di là dei tre milioni di euro, e concede ancora qualche chances ai ritardatari.
(POCHI) POSTI LIBERI – In quel santuario che è il san Paolo, resta qualche seggiola vuota e qualche speranza per accedervi: alle otto della sera, mentre l’ubriacatura collettiva induce a divagare semplicemente su ciò che sarà, consegnandosi alla propria fantasia, il tetto dei cinquantamila biglietti è stato ormai tagliato e le scorte segnalano angolini sparsi qua e là, nelle zone inferiori di curve e distinti, in Nisida e in Posillipo. E’ una serata da tutti esauriti ma non da tutto esaurito, con il settore ospite abitato per metà. L’epicentro del martedì grasso di Champions è Fuorigrotta, l’obiettivo principale di telecamere di mezza Europa, l’approdo naturale per trecento giornalisti provenienti da ogni dove che hanno riempito la sala stampa ormai da dieci giorni. Napoli-Chelsea è per chiunque, per la tv norvegese e per quella danese, per quella svedese e per quella francese, per quelle svizzere e per Al Jazeera, rappresentata dalla propria inviata sin dalla vigilia.
VECCHI AMICI – Ci sono match a cui non ci si può sottrarre e Francesco Montervino, il cofondatore con Montesanto e Sosa della prima Napoli Soccer di De Laurentiis, il capitano delle serate buie della serie C, è passato dal botteghino per ritirare un paio di biglietti, per andare a stropicciarsi gli occhi e pensare come sia volato via il tempo, rimuovendo le macerie. Laddove c’era soltanto polvere stavolta, adesso c’è un altare…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.