La data è cerchiata in azzurro: perché quella è la madre di tutte le partite. Napoli-Juventus è il pensiero fisso d’una rivalità eterna, la sfida imperdibile d’un campionato intero: e il primo marzo sembra ormai imminente, quando il passaparola si sparge e s’ingrossa e l’eco diviene esplosione collettiva. E’ tre a zero in salsa partenopea, è un match ormai concluso: ma quel che resta di un pomeriggio entusiasmante, è la scia di euforia che travolge uno stadio in preda al delirio collettivo quando la vecchia, cara radio informa (come accadeva una volta) che al Tardini qualcosa è cambiato, pure il futuro.
CHE FORZA! – Il merito è di Nicola Sansone, che in contropiede dà libero sfogo non solo a se stesso ed ai propri fans, ma ad una Napoli che ad un certo punto, come accadrebbe al bar dello sport, si mette e fare i conti e rimuove d’incanto i rimpianti. Eh già, perché mentre il Napoli s’è sbarazzato del Palermo, quel ch’emerge è la malinconia nei conti che non tornano, nella decisione di penalizzare gli azzurri (meno due in classifica) per quella strana vicenda-Gianello; ma poi c’è anche il film di una stagione che si ferma, guarda un po’, intorno alla sagoma di Gianluca Sansone, quando si dice il caso e forza di un nome, che con il Torino, al novantesimo di una gara ormai lontanissima (4 novembre) e però così vicina, prese altri due punti e li strappò a quel Napoli.
CHE COINCIDENZA! – E’ un buffo incrocio tra Nicola e Gianluca Sansone che scatena il san Paolo e lo spinge a rimuovere qualsiasi dettaglio di quel pomeriggio, quando al novantesimo, sull’1-0 per il Napoli, un retropassaggio di Salvatore Aronica diviene assist per il Torino e determina una crisetta di identità. Poi, settimane intere a mordersi le mani, a rievocare quell’incidente di percorso che comunque ha lasciato il segno soprattutto in classifica. Poi da Parma arriva la notizia che aiuta a decifrare non solo l’umore ma anche l’aspirazione: Napoli crede in quella squadra, nella sua forza interiore, nella capacità di rimettere a posto i conti. E’ meno cinque, con un countdown che viene scandito dando un’occhiata chi al tablet e chi all’amico che sta al fianco, radiolina a portata di mano. Ed è un solo coro, che ribadisce una separazione (calcistica, sia chiara) netta e racchiusa in quel coro: «Chi non salta juventino è» .
CHE VIGILIA – Ora vi sembrerà troppo presto per cominciare a parlarne, per disegnare gli scenari della fantasia popolare, per prevederne l’attesa: però, vero e anche verissimo, Napoli-Juventus la si avverte nell’aria di un san Paolo che scavalca la Lazio (due punti più su) a piè pari e va dritto all’Evento, da scrivere con la maiuscola, perché se poi le cose dovessero restare invariate sin andrà incontro ad un ennesimo tutto esaurito. Napoli-Juventus resiste, si porta appresso i ricordi delle grandissime sfide degli anni 80′, quei Maradona contro Platini, o anche quel braccio di ferro per lo scudetto o per la Supercoppa; Napoli-Juventus vive, persino ai margini di un 3-0 con il Palermo, e diviene l’argomento centrale, come se già domenica si dovesse giocare. Napoli-Juventus è un faccia a faccia tra Gianluca Sansone e Nicola Sansone, vale a dire gli architetti di un nuovo match ravvicinatissimo tra le due grandi «nemiche» che appena qualche giorno fa s’erano punzecchiate. Aveva cominciato Marchisio, con una «carineria» divenuto il tormentone dell’etere, causa scatenante d’un mezzo incidente diplomatico che ha richiesto la discesa in campo (via internet) dei dei club. Poi, ricomposizione con un pizzico di ironia sparso qua e là prima da Antonio Conte e poi da Mazzarri sulla definizione «psicologica» che bisogna dare all’antipatia… Quarantacinque giorni all’alba…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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