Il San Paolo è il dodicesimo uomo in campo

Nelle grandi partite il catino di Fuorigrotta è sempre stato pieno

Nella buona e nella cattiva sorte. Un matrimonio solo di rado scalfito, mai entrato in crisi profonde o irreversibili, quello fra il Napoli e i suoi tifosi. Questo è sicuro ma è pure molto. Perché i tifosi hanno rappresentato e rappresentano lo zoccolo duro e poco intaccabile, la fonte sicura per la sopravvivenza e la crescita del calcio in città. Il Napoli ha attraversato nel corso della sua storia periodi sublimi (gli anni del Pibe de Oro, degli scudetti e le Coppe) e rovinose cadute nella polvere: dalle stelle alle stalle anche a testa giù, in picchiata, passando per la gogna del fallimento. E la successiva e trionfale resurrezione, da quei 45.770 spettatori di Napoli-Cittadella (26 settembre 2004), a colpi di promozioni, di scalate all’Europa, fino all’ultimo deflagrante sigillo sulla Coppa Italia. Adesso in bella mostra in una bacheca rimasta chiusa per ben 22 anni.

SEMPRE PRESENTE – I grandi traguardi, l’agonica discesa agli inferi sino a toccare il fondo e poi la luce più intensa, quella del riscatto. Con un testimone affidabile, paziente sino al limite della sopportazione, ma soprattutto fedele. Mai voltatosi, mostrando le spalle, nella buona e cattiva sorte. E qui non si parla di sensazioni, ma di fatti corredati da numeri e statistiche, di passione sconfinata che non ha mai conosciuto sconfitte. Sì, perché il dodicesimo uomo in campo, quello del San Paolo, ha risposto sempre “presente”. Il Napoli è ripartito anche grazie al suo pubblico, cui perciò deve moltissimo.

I RECORD – Sono quelli in moneta corrente, cioè i più attuali, che riguardano l’ultima lunghissima stagione. Napoli praticamente uno e trino sui fronti che conosciamo bene, tanti gli impegni corredati da lunghe trasferte e settimane d’incredibile densità. Se ci atteniamo al campionato, si parte col botto a Fuorigrotta saltando la prima casalinga col Genoa (c’era lo sciopero): l’impatto del 18 settembre col Milan fa da richiamo a oltre 50mila spettatori per un incasso che supera il milione e mezzo. E poi presenze e incassi altalenanti, ma mai sotto il livello di guardia, anche se il 13 febbraio, in occasione di Napoli-Chievo, con meno di 500mila euro in cassa e “sole” 22.397 presenze, si è arrivati molto vicino al minimo storico del Napoli di nuovo conio. E questa non va interpretata come un’involuzione, poiché scaturita da impegni molteplici e differenziati. Se vogliamo, poi, attenerci sempre al segno negativo, va registrata una flessione di presenze nell’arco del campionato di circa 100mila rispetto all’anno record (2010/2011) che fece registrare il top di spettatori, in totale circa 870mila. Tuttavia in linea con le precedenti stagioni in serie A. Grosso modo i 40mila spettatori di media in campionato, collocano poi il Napoli alle spalle di Milan e Inter, ma davanti a Juve e Roma. Sommando i tre fronti, infine, si supera il milione di presenze in casa. Niente male no?
I PICCHI – Il più eclatante è naturalmente quello degli ottavi di finale in Champions. Napoli-Chelsea, del 21 febbraio scorso: gli inglesi stramazzarono sotto i colpi di Lavezzi (doppietta) e Cavani, i quasi 53mila spettatori generarono il record assoluto di circa 3.154 milioni di euro, vera manna per il cassiere. Sontuosi incassi anche per le precedenti di Champions, Napoli opposto a Bayern Monaco e Manchester City, con entrate sempre vicine ai due milioni e mezzo. Ma va altresì rimarcato che da quel Napoli-Juve del 29 novembre scaturirono proventi di quasi 1.900mila euro per oltre 57mila spettatori, e che in Napoli-Roma del 18 dicembre si sfiorò il milione con oltre 53mila spettatori. Altro dato che balza di certo all’occhio è riferito a Napoli-Siena di Coppa Italia del 21 marzo (semifinale di ritorno) con il San Paolo gremito da oltre 56 mila spettatori. E come ignorare i 30mila e passa della finale all’Olimpico? Insomma, sui tre fronti, con l’aggiunta delle amichevoli, la SSC Napoli ha potuto rimpinguare le casse con circa 28 milioni rastrellati al botteghino, ai quali vanno aggiunti i 20 dei premi generati fra Champions e Coppa Italia. Un bel gruzzolo non c’è che dire: il Napoli ringrazia, il dodicesimo uomo ora aspetta buone nuove.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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