E ora a Milano per vincere. Forse è anche questa una chiave di lettura positiva per interpretare lo straordinario avvio di stagione della squadra di Benitez: la capacità di metabolizzare e di guardare avanti. Il Borussia, lo squadrone vicecampione d’Europa, fa parte degli archivi. Ottima la prima in Champions ma ora c’è il campionato e il primo posto da difendere: da Higuain a Insigne è un coro che contagia tutto lo spogliatoio, ora nel mirino dei bomber azzurri ci sono i rossoneri.
«Sì, pensiamo al Milan ma davanti a noi c’è una notte per smaltire questa sbornia»: brillano gli occhi di Gonzalo, il nuovo Matador azzurro. Decimo gol per lui in Champions, l’ultima volta era accaduto al “Bernabeu” nella goleada che il Real Madrid rifilò la scorsa primavera ai turchi del Galatasaray. Ieri è stato un altro gol, è stata un’altra serata.
«Tutto vero quello che dicevano i miei compagni, il San Paolo si trasforma nelle gare di Champions. Questo stadio mette i brividi e ora posso comprendere quello che ha provato Maradona giocando qui sette anni. Segnare nel suo stadio, davanti a questa muraglia umana di passione, mi mette addosso una felicità pazzesca».
Lo aveva immaginato proprio così il suo debutto azzurro nella manifestazione più prestigiosa: una rete da bomber vero alla corazzata tedesca, una spallata (anzi una capocciata) per buttare giù il bunker giallonero. «Ho seguito l’azione tra Insigne e Zuniga, Camilo ha pennellato in area un pallone splendido. Bisognava solo spingerlo in rete, sono andato convinto di far gol. Il boato del San Paolo al mio gol ce l’ho ancora nelle orecchie».
Era una gara difficile, quasi proibitiva: il Napoli ha capovolto il pronostico, ha compiuto un’impresa da grande squadra. Ve ne siete resi conto? «Forse lo capiremo tra qualche giorno. Ma che il match fosse durissimo lo sapevamo tutti, abbiamo fatto tutto bene, forse bisognava concretizzare qualche altra occasione nel secondo tempo».
L’eterno dualismo dialettico Higuain-Cavani ha vissuto ieri un momento decisivo: s’è capito quanto l’argentino sia più funzionale al concetto di squadra rispetto all’uruguaiano. «Contro il Borussia ha vinto il gruppo, non il singolo. La sfida è stata preparata nei minimi dettagli e abbiamo fatto tutto bene, c’è stata l’esaltazione del collettivo. È questa la strada che dobbiamo seguire e che stiamo percorrendo dal primo giorno di lavoro con Benitez».
Tre punti per balzare in vetta al raggruppamento europeo, il più equilibrato e il più difficile di tutti. Da oggi testa e gambe saranno per il Milan perché c’è un altro primo posto da difendere, quello del campionato. «Altro appuntamento tosto – ripete il Pipita – ma il Napoli sta bene e lo ha dimostrato contro una delle formazioni più competitive in Europa».
Gonzalo è sereno, finalmente felice. S’è adattato velocemente al calcio italiano e alla mentalità napoletana, gli argentini sono fatti così. Napoli sta entrando nel cuore del Pipita. «Qui mi sento un giocatore importante, ho la fiducia dell’allenatore, dei compagni e dei tifosi. Gioco per la squadra, e sono tranquillo anche se non segno perché ho una grande squadra alle spalle».
Fonte. Il Mattino
La Redazione
M.V.
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