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Il Roma: “Questo Napoli merita un voto alto. Dopo Bologna e Roma tutti con i fucili puntati”

Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Ha mostrato carattere il Napoli nella sfida contro l’Atalanta. E nel momento più difficile della partita ha cacciato gli artigli e ha fatto male alla squadra più in forma della serie A.

Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Ha mostrato carattere il Napoli nella sfida contro l’Atalanta. E nel momento più difficile della partita ha cacciato gli artigli e ha fatto male alla squadra più in forma della serie A. Non ha potuto fare niente l’Atalanta di fronte alla forza degli azzurri e del vero e unico campione che gioca in Italia: Gonzalo Higuaìn. Dopo un paio di errori nel primo tempo, il Pipita si è ricordato di essere un big e ha piazzato due colpi vincenti che hanno messo al tappeto i bergamaschi. Non ha potuto fare niente Reja stavolta al cospetto della sua squadra del cuore. Ha provato in tutti i modi a rendere la vita difficile a Sarri senza difendersi e proponendo un calcio positivo a differenza dei suoi colleghi. Il tridente Moralez-Denis-Gomez ha tentato di trovare imprerati Albiol e compagni ma solo una volta ha trovato la via della rete ed è riuscita a pareggiare dopo che Hamsik aveva realizzato il rigore. Quando, poi, sul calcio d’angolo Higuaìn è saltato più alto di tutti e ha messo il pallone in rete, si è vista la differenza di qualità tra le due avversarie. L’espulsione di Jorginho avrebbe potuto creare qualche problema di troppo ma in contropiede sempre il Pipita ha chiuso i conti con un destro nell’angolino. Ci sarebbe potuto essere anche la quarta rete ma Hamsik, dopo aver fatto provare i brividi sul primo penalty, il secondo l’ha sbagliato. Dagli undici metri servirebbe un po’ più di perfezione ma Sarri non si è voluto applicare: «Preferirei non parlare di queste cose dopo diciassette vittorie in questa stagione». Ci voleva questa vittoria dopo il solo punto incassato in due gare. La sconfitta di Bologna e il pareggio con la Roma avevano fatto esaltare i criticoni che già volevano parlare di un Napoli in crisi nel caso in cui non si fosse battuta la Dea. Stavano con i fucili puntati contro il gioco insistente di Sarri e le sue solite scelte di campionato. Inutile fargli capire che al Dall’Ara era stata solo una domenica no mentre con i giallorossi era mancato solo il gol. Se il Napoli fosse stato appannato, sicuramente contro l’Atalanta avrebbe pagato dazio. Invece i nerazzurri, a parte qualche spunto importante, hanno dovuto subire la superiorità dei partenopei in tutte le zone del campo. Nella ripresa è cambiato tutto, a quanto pare Sarri, avendo preso tanti appuntamenti nel primo tempo, durante il riposo è riuscito a far capire come voleva che si giocasse. L’allenatore azzurro si è trovato spiazzato quando Higuaìn, dopo il gol di testa, è andato ad abbracciarlo. «Ha segnato su un’azione che avevamo provato sabato mattina, per questo mi è venuto a cercare», ha spiegato il toscano. Il gesto dell’argentino dimostra ancora di più quanto vale il sor Maurizio per lui e per il resto del gruppo. Sarri è uno che pretende molto ma sicuramente mette nelle condizioni i suoi uomini di esprimersi a certi livelli. Si va in vacanza, dunque, con delle certezze importanti dopo aver superato un esame di maturità non da poco. Se si fosse sbagliato all’Azzurri d’Italia non sarebbe stato un bel Natale per una questione di rendimento di punti. Ma non certo per quanto riguarda le prestazioni. Che sono state buone anche quando non si è vinto contro Carpi e Genoa. Quindi, facendo un bilancio di fine 2015 si può dire che il Napoli di Sarri merita un bel otto in pagella. Se avesse vinto anche quando ha giocato bene nessuno gli avrebbe tolto un nove. Per il dieci bisognerà aspettare maggio prossimo. Quando, cioè, si saprà a che posto arriverà il Napoli. Dal terzo posto in su il massimo dei voti è di rigore, naturalmente se si dovesse vincere lo scudetto, ci sarebbe anche la lode. Inutile, però, andare troppo oltre. Meglio concentrarsi sull’attualità che ha vede un gruppo molto unito che ha fatto dell’umiltà, della concentrazione e della qualità le proprie armi migliori. L’appuntamento adesso è per il 6 gennaio. Alla ripresa del torneo ci sarà la sfida interna con il Torino che darà il via ad un 2016 che potrebbe restare nella storia del club. Magari con un Higuaìn capocannoniere e felice.

fonte: il Roma

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