Sarebbe un errore dire che i rapporti tra Aurelio De Laurentiis e Walter Mazzarri sono tesi. O meglio, risulterebbe essere un messaggio impreciso, perché i rapporti tra il presidente e l’allenatore del Napoli oggi sono pressoché inesistenti. E nemmeno si può dire che siano tesi: è semplicemente una situazione di attesa. La classica tregua armata. Patron e trainer evitano di incontrarsi, si schivano ma ancora non si affrontano. È anche successo che nell’ultima riunione operativa sul futuro del Napoli, erano presenti tutti i dirigenti e non il tecnico Mazzarri. Si è parlato della campagna acquisti, della nuova sede sociale, dello stadio e del settore giovanile: chi avrà deciso che non era il caso di aderire, il tecnico stesso oppure il presidente? C’è da mettere ancora in cassaforte quel terzo posto che vorrebbe dire accesso diretto alla Champions League a distanza di più di venti anni dall’ultima Coppa dei Campioni. E allora, anche due caratteri bollenti come quelli di De Laurentiis e Mazzarri possono decidere, per il bene della causa comune, di rinviare le rispettive esternazioni al termine del campionato. “Parlerò del mio futuro a bocce ferme, quando il campionato sarà finito”, continua a ripetere il tecnico toscano, rimandando ancora il chiarimento. Idem De Laurentiis. Quando parla, soprattutto attraverso lo strumento della radio ufficiale, dice poco in argomento, mentre sabato sera ha scelto di disertare volutamente il contatto con la stampa dopo il match con il Genoa. È Inevitabile che, in uno stallo di tal fatta, prendano corpo le voci di una separazione ormai prossima tra Mazzarri e il Napoli. Voci fondate, forse, ma non al punto di dare per scontato il divorzio. I tifosi più passionali stanno già guardando Mazzarri come ad uno dei tanti traditori che gravitano nel mondo del calcio, quelli che lasciano una squadra perché ne arriva un’altra migliore e con un contratto ancora più ricco. Ma sarà veramente così? E perché uno che a Napoli non è visto solo come un allenatore ma come un nuovo re, decide di andare a cercare fortuna altrove? Ecco, allora, che serpeggia anche un’altra verità. Probabilmente quella più aderente a ciò che sta accadendo. Potrebbe essere stato l’ultimo incontro tra presidente e allenatore a scatenare quel gelo che adesso è calato nei loro rapporti. La storia racconta che nel corso di quell riunione programmatica per la prossima stagione, Mazzarri abbia richiesto l’acquisto di quattro calciatori, oltre a Fernandez e Matavz già ingaggiati per il prossimo anno, ma di quelli abbastanza esperti per partecipare dignitosamente anche alla prima Champions League della storia azzurra. La reazione di De Laurentiis sarebbe stata lucida, da imprenditore. Ma non tale da soddisfare le aspettative del tecnico e le attese della piazza. Rinforzi sì, ma non di quelli con l’ingaggio elevato, perché poi alla stagione successiva, presumibilmente senza più la partecipazione alla Champions, non ci sarebbero le risorse adeguate per corrispondere ancora quegli ingaggi: questa l’indiscrezione in merito alla risposta di De Laurentiis. Una replica che avrebbe messo Mazzarri nelle condizioni di riflettere. Meglio iniziare la stagione nel Napoli e con il rischio di un avvio choc, con tanto di possibile esonero prima di Natale? Oppure strappare il contratto e starsene a casa, in attesa che si liberi uno dei posti sulle panchine delle grandi? L’ora delle decisioni ormai si avvicina. Con la certezza aritmetica del terzo posto in tasca, non ci sarà più ragione per rimandare ancora la soluzione di questo che è diventato un vero e proprio rebus. Tutto dipenderà dal faccia a faccia, quasi una sfida dell’Ok Corral, tra De Laurentiis e Mazzarri. Separati in casa, per il momento. E non basterà la festa Champions per riavvicinarli. Servono risposte concrete sugli acquisti, serve che ora il Napoli torni a ragionare con una mentalità da grande. Tocca a De Laurentiis decidere cosa fare.
La Redazione
C.T.
Fonte: Il Roma
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