Marek é tornato. La gara di Catania piú che un campanello d’allarme è stata semplicemente una pausa quasi fisiologica sulla strada della definitiva affermazione di Hamsik. Centrocampista universale, lo slovacco, «Cibali» a parte, ha iniziato con il piglio del leader la prima stagione del dopo-Lavezzi.
Con Mazzarri ha iniziato un percorso di trasformazione, da mezz’ala con il vizio del gol a trequartista a tutto campo, utilizzato tra le linee per sublimare il suo marchio di fabbrica, l’inserimento senza palla, ma anche per diventare delizioso assist man. Si é reso utile anche in ripiegamento, ieri in particolare raddoppiando su Konko, ma in generale ha trascinato la squadra, prendendosi le maggiori responsabilitá: ora che non c’é piú Lavezzi, la palla sulla trequarti passa quasi esclusivamente dai suoi piedi. E cosí é stato anche nella gara di ieri con la Lazio, in passato punita giá tre volte con altrettanti gol.
Stavolta Marek si é messo sulle spalle l’intera manovra offensiva del Napoli e la voglia di riscatto dopo il buio pareggio di Catania. «Dobbiamo imparare da questa brutta partita per farne una bella contro la Lazio», aveva detto non a caso nel pregara. Leader silenzioso, é giá simbolo del Napoli di De Laurentiis ed é destinato a scrivere pagine importanti della storia azzurra. Alla sesta stagione con i partenopei, é giá il decimo bomber di tutti i tempi, con 61 gol e il 24esimo in quanto a presenze (225), due in piú di Altafini e a tre da Pretto.
Non é però finita qui: ha firmato a marzo scorso sino al 2016, legandosi a doppio filo con il progetto di De Laurentiis e rifiutando ogni ipotesi di trasferimento. Marek tuttavia pensa solo a vincere, anche se di scudetto é vietato parlare.
«Noi l’anti-Juve? È ancora presto, la strada é ancora lunga, a prescindere da quello che accadrá con la Lazio», aveva precisato prima di battere i biancocelesti, anche in virtú della sua straordinaria prestazione. É un Hamsik diverso, piú maturo, piú consapevole del ruolo centrale del progetto tecnico-tattico voluto da Mazzarri.
Compiti piú impegnativi, ma questo non vuol dire che il suo feeling con il gol si è esaurito: 2 reti sinora in 5 gare di campionato, 2 assist (é arrivato a 40 in totale con gli azzurri), ci ha provato anche ieri, in particolare prima con una conclusione di prima di sinistro nel primo tempo e poi al 28’ della ripresa quando solo un intervento in uscita di Marchetti gli ha negato la gioia dell’esultanza. Nessun problema, il «nuovo» Hamsik festeggia se il suo Napoli vince, come ha dimostrato abbracciando calorosamente Cavani dopo il primo gol.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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