In souplesse, l’ultima pista. Falcata da fondista. Agli ultimi cento metri. Anche il Napoli a Dimaro si sta allenando su queste buone distanze.
Ricevuta improvvisamente l’ultima stilettata, da Roma, il toscano Walter che pur aveva collaborato con Aurelio, all’Hilton, in diretta telefonica, con iphone live, ha scosso il caprottone, s’ è messo in mutande e con il fido Frustalupi al fianco sta preparando il Napoli 2012–2013, o multinazionale che dir si voglia. Multinazionale perché almeno il 60% della funzionalità del ricostruito attacco partenopeo risiede nell’impegno dei due stranieri del Napoli, Pandev e Cavani. Dietro ai due, a mordere le loro terga, Insigne e Vargas. Specie il primo pare stia facendo faville. Intanto le smentite si assommano e aumentano. Dopo quella secca di De Laurentiis per il contratto di Mazzarri, l’altra per la partecipazione alle Olimpiadi di Cavani. Il crollo dei sacri templi non dovette certo suscitare i clamori esplosi per l’assenza di Cavani, la partenza per Parigi del Pocho con la sua bella Yanina Screpante, futura modella delle passerelle parigine. Retour da Ischia, questa volta, e non da Capri. E dopo Cavani ecco l’ultima per Campagnaro. Partirà riserva: e chi lo ha detto? Qualche coglioncello capitolino? Campagnaro è uno splendido atleta. Certo tra i migliori avuti a Napoli negli ultimi 30 anni. Ha un fisico sano. Una volontà ammirevole. Un esempio per tutti, sotto ogni aspetto. Campagnaro è stato il titolare 2011 – 2012 e sa bene che il giovane Britos, a lungo frenato da infortuni e altre cosucce, muoverà al suo assalto. Lo faccia, con tutti i notevoli mezzi di cui dispone. Il primo ad aprirgli la strada, se Britos riuscirà a trovarla, sarà Campagnaro, di cui l’ex bolognese, tra l’altro è molto amico. Ma creare questi malumori non è simpatico, diciamolo. E così si va avanti a smentite e non si ha il tempo di parlare di calcio, come in realtà deve fare un giornalista sportivo che si rispetti.
Parlare di calcio certo non è facile. Bisogna averne conoscenza diretta e teorica. Bisogna aver corso, calciato, litigato, lottato sui campi. E poi riflettuto. E se tu tutto questo non hai fatto, chiaro che cercherai sempre di spostare il discorso, portandolo non diciamo sul piano politico, ma su quello dello inghippo dialettico, della stortura malevole, dell’inganno, del contropiede giornalistico, come usano sostenere alcuni amici nordisti, divisi tra Libero e Sportitalia. E naturalmente farai casino e basta. Non altro. E la verità, che è fatta di cose semplici, si farà sempre luce, col tempo. E tu sarai allo scoperto. Per sempre.
Di calcio, adesso, bisognerà pur incominciare a parlare, porco mondo! E’ in gestazione il campionato 2012 – 2013 e tutte sono al lavoro. Compreso la Juve di Conte e Marotta e il Milan di Allegri (“lo voglio più grintoso”). A proposito del Milan va detto che l’idea, che pur era già nell’aria di Montolivo “finto” centravanti è venuta fuori da una chiacchierata fuori al ristorante “Giannino” con Allegri e Tassotti, due mesi orsono. C’è anche l’Inter ma la grana del monte ingaggi non è sbollita. C’è infatti chi soffia sul fuoco. Beato lui Moratti (e signora) è in quell’incanto di Forte dei Marmi. Infine la Fiorentina di Montella, alla sua stagione più dura e ……. coscienziosa, e il Cagliari di Ficcadenti! Il Napoli è fra queste, ardito, fiero e pignolo. Anche se Mazzarri, un po’ come per Montella, è forse giunta l’ora della verità. Walter è un fior di allenatore, tra i più coraggiosi da me conosciuti in Italia e nel mondo. Rassomiglia al mito della mia gioventù, Nereo Rocco, che però era triestino. La sua apparente bonomia, che qualche volta può anche essere scambiata per eccessiva ingenuità, non deve ingannare. Mazzarri vuole e otterrà quanto desidera. Sull’arrivo a Dimaro di Behrami e Gamberini mi sono arrivati nuovi particolari. Stranissimi.
Come è silenziosa e segreta la trattativa con i loro agenti: il montenegrino Ramadani (lo stesso di Jovetic) per Behrami o Ciccio Romano, il più grande play maker della storia del Napoli, procuratore di Gamberini.
Dicevamo di Mazzarri: anche lui esige, in questa stagione, il massimo. De Laurentiis lo dovrà accontentare in tutto. E Mazzarri si è reso conto, subito, appena arrivato a Napoli, che l’alta borghesia, alla quale certo non appartiene, lo avrebbe voluto giocare. Il Napoli nasce così anche da queste sincere riflessioni.
C’è già chi parla, in astratto, come accade sovente, di quattro punte. Certo, quattro e anche cinque. Ma non in linea. Del resto come potrebbe il Napoli giocare in quel modo? Il Napoli di punte vere, se le informazioni non sono errate, ha il solo Cavani. Altri veri attaccanti non ne possiede. Poi c’è Pandev, disposto ad inserirsi nei varchi che gli altri gli creeranno, e Hamsik, da tempo adibito da Mazzarri ai servizi del centrocampo, ma sempre disponibile per la bordata furente da fuori o dentro l’area. Restano Inler, centrocampista ormai quasi perfetto, Dzemaili e i giovani arrembanti Insigne e Vargas.
Certo è spassoso, almeno quanto i titoli ricorrenti su un quotidiano.
Una stagione importante sarà questa che viene anche per Hamsik, che sembra un tantino incline ad abatineggiare. Non dovrà. Di Insigne si dice già un gran bene.
Partiti dall’attacco, e non per ordine di importanza ché nel calcio è sempre più decisivo il gioco difensivo, ma solo per motivi di novità, arretriamo come i gamberi e rendiamoci conto che il centrocampo mostra qualche vuoto, a causa soprattutto col dinamismo di Gargano. Occorre un mediano marcante e Gargano non lo è. Che ci torni buono questo Behrami? A meno che il Walter non ci riservi qualche felice invenzione? Può: come forse sarà bene inventare, meglio dire “costruire”, qualcosina in difesa, per il ruolo di difensore centrale. Mi sbaglierò ma ho proprio la sensazione che tra Campagnaro, Britos, Fernandez, Aronica e Cannavaro possa venire fuori una gradita sorpresa per evitare sempre di rischiare la vita per mettere la pezza……. Mazzarri arretrerà di qualche metro Cannavaro, trasformandolo in battitore libero. Restano i due terzini (oggi si chiamano esterni, bassi e alti): a essi si chiede meno brillantezza e più tenuta della loro zona, e soprattutto del diretto avversario. Questa non è che l’introduzione al gioco del Napoli 2012 – 2013. Per dire di più bisognerà almeno andarlo a vedere un paio di volte. Lo schema, infatti, del nuovo Napoli scaturirà anche dalle inclinazioni che mostreranno i singoli, giocando. Vedremo se qualcuno si presterà a fare l’acrobata in area e in tal caso useremo i cross lunghi sotto porta. Vedremo come fare per consentire l’esplosione della botta da lontano non a Gargano ma a Inler. Vedremo se a Cavani riuscirà più facile entrare nei varchi che Pandev non cederà molto volentieri o in quelli di Hamsik. Per adesso limitiamoci a questa veloce disamina. Il resto verrà dopo, a tempo debito.
Nando Troise
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