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Il retroscena di Pasquale Foggia: “Ho il rimpianto di non aver giocato a Napoli. Sarei anche sceso in C per la maglia azzurra”

E poi rivela: "Quando c'era Mazzarri sono stato vicinissimo, ma De Laurentiis..."

Partito da Soccavo, quartiere di Napoli, ed arrivato alle porte della Nazionale. Pasquale Foggia è stato uno dei protagonisti del calcio italiano dell’ultimo decennio. Con il suo sinistro e la sua fantasia è riuscito a fare ottime cose in provincia, ma non solo. Nel momento migliore della sua carriera, quando grazie alle prestazioni con la Lazio gli si aprirono davanti le porte della Nazionale, non ha però compiuto il grande salto. Ma la carriera da calciatore ha comunque soddisfatto “Pasqualino” (come lo chiamano gli amici) che rimpiange ben altri momenti della sua vita calcistica.

“Ho un grandissimo rammarico – racconta Pasquale Foggia a gianlucadimarzio.com –   ovvero non aver mai giocato a Napoli. Per il resto ho realizzato tutti i miei sogni: ho giocato in Serie A con tanti campioni e sono anche riuscito a vestire la maglia della Nazionale. Partendo da un quartiere popolare sono riuscito a togliermi tante soddisfazioni, vincendo anche qualche trofeo”.

L’azzurro della Nazionale è arrivato ai tempi della Lazio, mentre quello del Napoli, non è mai arrivato. “Ci fu un momento, ai tempi di Mazzarri, in cui ero vicinissimo, ma l’accordo con il presidente De Laurentiis saltò. Addirittura, quando il Napoli era in Serie C, ero pronto a rinunciare al mio rilancio in A pur di vestire quella maglia, anche gratuitamente. Non sono semplicemente tifoso del Napoli, ma “malato”. Il che è diverso”.

Non c’è stato l’azzurro del Napoli nel suo destino ma il biancoceleste della Lazio, sfumature di un colore che lo ha accompagnato per tutta la carriera calcistica. Quella maglia che lo ha portato ad alti livelli nel nostro calcio, fino alla Nazionale. “Sono stati anni importanti per me, durante i quali ho raggiunto anche la convocazione con Lippi e successivamente con Donadoni. Poi abbiamo vinto una Coppa Italia e una Supercoppa, quindi ho solo ricordi positivi di quell’esperienza”. Erano i tempi in cui Foggia esprimeva il meglio di sé… Come calciatore ma anche come uomo spogliatoio. Indimenticabile quella volta in cui costrinse Sebastiano Siviglia a dormire fuori dalla finestra. “Ricordo che eravamo in ritiro – racconta – e nell’unica tripla c’eravamo Firmani, Sivigliae io. Una sera facemmo dormire Sebastiano fuori sul balcone, con il materasso a terra perché durante la notte russava e non ci faceva dormire. Quindi lo parcheggiammo fuori dalla finestra senza farlo entrare”.

E proprio due suoi vecchi amori, il Napoli e la Lazio, stanno lottando per un posto in Champions League. “Il Napoli non lo vedo benissimo ultimamente. E’ una squadra che se non ha il colpo di Higuain fa davvero tanta fatica. Mentre la Lazio e la Fiorentina vanno alla grande e al momento le vedo meglio. Il Napoli però è lì, mancano ancora tante partite e deve cercare di riprendersi perché mancare la qualificazione in Champions sarebbe un fallimento”.

Con la Lazio ha raggiunto il punto più alto della sua carriera. Ma le esperienze più stimolanti per Pasquale Foggia, sono state quelle di Ascoli e Reggio Calabria, città della quale è anche cittadino orario. Dalla storica salvezza nelle Marche con Giampaolo, all’impresa della Reggina di Mazzarrinel dopo Calciopoli. “Quella a Reggio Calabria fu un’annata entrata nella storia, con una grande salvezza nonostante la forte penalizzazione. E’ un’emozione che mi porto nel cuore, una delle più belle esperienze della mia carriera. Eravamo un gruppo unito, a partire dal Presidente fino al magazziniere passando per noi calciatori. Mentre ad Ascoli è stato l’anno del mio rilancio in A, in quella stagione feci molto bene. Nessuno avrebbe scommesso un solo Euro su di noi, eppure ci salvammo”.

Da Giampaolo e Mazzarri, fino a Reja, Delio Rossi e Gasperini. Tanti i grandi allenatori incrociati nella sua carriera ma due, in particolare, hanno conquistato Foggia. “Ho avuto la fortuna di avere tanti maestri di calcio, ognuno dei quali mi ha lasciato qualcosa. Ma ricordo con affettoGiampaolo e Atzori. Sono prima di tutto due grandissime persone, di quelle che nel calcio di oggi si incontrano raramente”. Dalla panchina al campo, dove ha incrociato tanti campioni. “Kaka e Di Natale mi hanno impressionato più di tutti. E nel caso di Di Natale sono convinto che nonostante abbia dimostrato tanto, nella sua carriera ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto. E’ stato mio compagno di squadra ad Empoli e gli ho visto fare delle cose, anche in allenamento, che prima di allora avevo visto solo da Maradona. Mi rendo conto che qualcuno potrebbe prendermi per pazzo, ma veramente si trattava di giocate impressionanti”.

Ora Foggia si dedica ai bambini della sua scuola calcio che dirige alla Loggetta, quartiere diNapoli. “Sinceramente mi sta impegnando tantissimo e mi soddisfa perché sei a contatto con il calcio vero. Per il momento mi dedico anima e corpo a quest’avventura che mi sta dando tante soddisfazioni”. Anche se non esclude un ritorno in campo: “Non ho deciso ancora se smettere o meno. Ho vari progetti anche al di fuori del calcio giocato e mi sto guardando intorno. Quest’anno, fortunatamente, non mi sono mancate le offerte ma mi sono fermato per scegliere in maniera serena una soluzione più conveniente dal punto di vista familiare. L’aspetto economico non c’entra, accetterei volentieri un progetto importante che rispecchi le mie esigenze”.

A 32 anni c’è ancora tempo per rimettersi le scarpette ed incantare con il suo sinistro. Ma Pasquale Foggia, per il momento, si gode i bambini della sua scuola calcio in attesa di ritornare in campo per scrivere ancora altre pagine importanti della sua carriera.

Fonte: Gianluca Di Marzio

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