Et voilà, il Napoli è «rifatto»: in campo e fuori, nella testa e nelle idee, nella sua dimensione attuale e in quella visione universale tracciata a quattro mani, tra De Laurentiis e Benitez, per cercar di avvicinar le stelle: «Stiamo facendo enormi passi in avanti. E’ questa la dimostrazione che vogliamo essere competitivi». Sin prisa, sin pausa: perché vincere aiuta a vincere ma la coppa Italia è (nella filosofia) un dettaglio di quel mondo favolistico da inseguire: e allora, per schiudere nuovi orizzonti, per spingersi oltre, la «rivoluzione» è (ri)cominciata da Castelvolturno che sta per essere ricostruita ad immagine e somiglianza d’un progetto ambizioso, europeo, internazionale. «Sono stato informato sulla situazione dei lavori di adeguamento previsti per il nostro centro tecnico: ci sarà una piscina per aiutare la prevenzione e il recupero degli infortuni, una palestra con ulteriori attrezzature, una zona riservata esclusivamente all’addestramento dei portieri, campi d’allenamento migliorati come gli spogliatoi e gli uffici per i collaboratori. Questo è un messaggio ai nostri giocatori, a quelli che ci sono ed a quelli che potrebbero arrivare: un modo per dire ciò che vogliamo essere».
«SAREMO FORTI». Il Napoli in stile Benitez è un porta spalancata sul futuro, è un profilo elevato che viene espresso attraverso la rassicurazione su ciò che bolle in pentola, sugli innesti da garantirsi per migliorare quel terzo posto ottenuto quest’anno e continuare a sfidare Juventus e Roma, meravigliosamente protagoniste, più da vicino. Ed essere in corsa per lo scudetto. «Anche in questo periodo sono costantemente in contatto con il Presidente e con i suoi collaboratori, e tutti i giorni parlo con Riccardo Bigon ed il mio staff tecnico. Insieme analizziamo la rosa ed i possibili rinforzi. L’arrivo di Koulibaly aumenta la concorrenza in difesa ma non ci fermeremo qui, stiamo cercando i giocatori giusti, quelli che fanno al caso nostro, quelli che possano rappresentare garanzie nel tempo».
RAGAZZI, VI SEGUO. Si procede, spegnendo i fari, danzando tra Mascherano e Gonalons, provando a scovare il vice-Higuain, però anche aspettando ciò che dirà il Mondiale da osservare con gli occhi spalancati sui propri sedici giocatori allertati per questo mese da brividi. «Io mi confronto anche con i nostri calciatori, e lo faccio a prescindere da chi andrà in Brasile e da chi invece resterà in vacanza. Parlo, anzi parliamo con i loro selezionatori ma anche con i loro agenti: e questo perché vorremmo iniziare la prossima stagione nelle migliori condizioni possibili». E’ una lettura ampia, nella quale immergersi: è una visione collettiva del Napoli, per scorgerne le aspirazioni o anche i malumori, per capire dove e come intervenire, per giocare d’anticipo e non negarsi (assolutamente) nulla. E’ la posa della prima pietra del secondo Benitez. Il tecnico vuole lasciare la sua impronta nel Napoli: non gli basta la Coppa Italia vinta contro la Fiorentina. Ci riuscirà. E la società di De Laurentiis gli ha consegnato pieni poteri.
LA VOGLIA MATTA. Vincere rappresenta la volontà, la cultura da trasmettere a chi arriverà e chi a resterà: e per farlo, non si risparmierà (non si risparmia) sulle innovazioni, si interviene su Castelvolturno – divenuta la priorità strutturale – e poi si pianifica il mercato, tra difensori (uno, probabilmente), centrocampisti (sicuramente due), vice-Higuain (che sappia anche scivolare tra le linee) e poi chissà, perché il mercato è imprevedibile e andrà scandagliato a fondo, aspettando che produca i suoi scossoni. «Tutto ciò che stiamo facendo non garantisce il successo ma testimonia il desiderio del Napoli di essere sempre più competitivi».
Fonte: Corriere dello Sport
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