Ecco l’ultimo arrivato, adesso non manca più nessuno. Anzi, semmai c’è anche troppa abbondanza. Ma in fondo i problemi di abbondanza sono quelli che tutti gli allenatori si augurano, soprattutto quando si parla di fase offensiva. Dunque Abdel Kader Ghezzal per la prima volta ieri ha varcato i cancelli di Villa Silvia, di ritorno dalla trasferta in Tanzania con la nazionale algerina (ha giocato ed è finita 1-1) per la qualificazione alla Coppa d’Africa.
L’ultimo tassello del mosaico bianconero si è allenato con la squadra, riabbracciando Giampaolo, che lo conosce bene avendolo allenato a Siena. Ora il tecnico ha tutti gli attaccanti a disposizione: sono tanti, diversi anche per caratteristiche. In questi giorni che dividono dal debutto valuterà meglio chi affiancare a Mutu ed Eder contro il Napoli, considerando che Martinez non ha il ritmo gara mentre Ghezzal, subito frizzante e in palla, potrebbe essere l’uomo giusto.
Abbondanza. Che in economia si traduce in mercato ad alta concorrenza. E spesso la concorrenza stimola la crescita. Traslare quest’equazione nel Cesena è adesso il compito di Giampaolo, che fatica quasi a contare sulle dita di due mani i suoi attaccanti: Mutu, Eder, Ghezzal, Martinez, Malonga, Bogdani, Rennella, Livaja e Meza Colli. Quasi una formazione da 11, perché solo loro sono in nove. Per tre posti. Due dei quali sono in teoria già blindati. Il ‘Brillante’ infatti non è solo il centro del nuovo progetto bianconero, ma anche uno degli attaccanti più forti della serie A: ciò lo rende inamovibile. Su Eder invece c’è stato un investimento economico elevato, troppo per non lanciarlo titolare. Così per tutti gli altri si prevede ogni settimana una lotta per una maglia. Ghezzal porta a suo favore il fatto che con Giampaolo ha disputato probabilmente il suo miglior campionato in Italia. Martinez invece ha la voglia di rilancio e caratteristiche valide per l’assetto che il tecnico vuole proporre.
Poi ci sono gli outsider: c’è Malonga, che sembrava prossimo all’addio ma le contropartite non erano all’altezza. Inoltre c’è Bogdani: pure lui pareva destinato ad altri lidi, ma visto che è rimasto tornano utili le parole di Giampaolo circa un mese fa ad Acquapartita: «Erjon potrebbe servirci a partita in corso se cambiamo assetto». Perché l’albanese, alto e meno rapido, con le sue caratteristiche è l’emblema di un gioco diverso da quello che il mister ha in testa, ma non è detto appunto che all’occorrenza non si possa ripiegare su un altro assetto. In amichevole finora ha funzionato. Infine, ci sono Rennella, Livaja e Meza Colli. Il primo praticamente non si è visto in questi due mesi, causa problemi fisici, am apre convinca; gli altri poi più di uno spunto degno di nota l’hanno mostrato. Ora il rischio è che scommesse che in estate hanno fatto una valida impressione non abbiano spazio per mettersi in mostra, troppo chiusi da elementi che hanno una maggiore esperienza: fattore critico che in serie A merita spesso la precedenza.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Resto del Carlino
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