Il procuratore: «Il Pocho vive da quattro anni chiuso in casa»

Molto velocemente  l’argentino liquida tutto così: «Faccio il calciatore e penso solo a giocare: saluti», il tweet del Pocho Lavezzi chiude una giornata frenetica in cui si erano addirittura diffuse voci di un suo possibile addio dopo la rapina subita sabato notte a Posillipo dalla sua ragazza, la modella argentina Yanina Screpante. L’allarme lo aveva lanciato in mattinata il suo procuratore Alejandro Mazzoni a radio Crc. «Il Pocho calciatore a Napoli ha tutto, ma il Pocho uomo non vive bene. È difficile la vita privata di Lavezzi: è amato dai tifosi, si sente protagonista della squadra. Ma sono quattro anni che vive chiuso nella sua casa, senza suo figlio, che vive in Argentina e che quando arriva a Napoli non può portare neanche al parco perché assalito dalla gente».

Poi Mazzoni ha precisato le sue dichiarazioni in pomeriggio a Sky. «Non ho mai detto che Lavezzi non si trova bene a Napoli: il Pocho calciatore e la sua vita privata sono due facce della stessa medaglia. Il Pocho calciatore ha tutto qui a Napoli, si sente amato dai tifosi. È normale che per lui la vita a Napoli non sia semplice: quando uno non può uscire, non può andare al cinema, non può andare tranquillamente al ristorante o fare una passeggiata con suo figlio, che magari viene a Napoli due volte l’anno, è normale che la vita non sia semplice. Ma lui sa che questo è il prezzo che deve pagare per essere amato, come lo è, dai tifosi. Pensa di vincere solo a Napoli».

Rassicurazioni sul momento psicologico che sta vivendo il Pocho le ha date in mattinata anche Mazzarri, il tecnico del Napoli che ha commentato quanto accaduto a Yanina Screpante. «Qui non c’entra Napoli, Milano o altro. Bisogna che la polizia stia attenta a combattere la criminalità che sta ovunque. Avete visto cosa è successo in Uruguay alla moglie di Tabarez? I ragazzi sanno che sono esposti così come lo sono tutti i cittadini, spero e credo che queste cose non incidano sul rendimento calcistico dei ragazzi: ho parlato col Pocho che mi sembra tranquillo. Parlai anche con Hamsik».

Il rapporto tra Lavezzi e il Napoli, la questione sicurezza per i calciatori: il direttore sportivo Bigon abbassa i toni. «Ho parlato con Mazzoni e parlo con Lavezzi tutti i giorni, quindi non è che avessi bisogno di notizie specifiche su come si trovi il giocatore a Napoli. Purtroppo a volte una mezza frase viene interpretata in un certo modo e può scattare un caso. Sono i fatti che dimostrano poi come stanno le cose, il Pocho è qui a Napoli da 5 anni, quindi tanto male non si trova. L’ha detto più volte lui e ora l’ha specificato il suo procuratore, quindi siamo tranquilli».

Lavezzi, dopo Hamsik e Cavani, i tre fuoriclasse azzurri vittime di episodi di criminalità. Prima il furto a casa Cavani a Lucrino, poi la rapina della Bmw alla moglie di Hamsik a Varcaturo, quindi la rapina subìta dalla ragazza di Lavezzi a via Petrarca. «Non credo che tutto ciò abbia turbato la vigilia della partita con la Juve. Conosco i ragazzi e tutti hanno reagito piuttosto bene a questi spiacevoli episodi e assolutamente da condannare. Purtroppo nella società in cui viviamo capitano. Comunque Cavani sta facendo bene, Hamsik il giorno stesso ha fatto una grande partita contro il City. I calciatori reagiscono bene perché sono dei grandi professionisti e sono uomini con gli attributi, non è che si preoccupano o si abbattono più del dovuto».

Questione sicurezza, Bigon spiega che il Napoli si è attivato in tal senso. «È giusto preoccuparsi delle proprie famiglie: la società si è mossa dando tutto il sostegno ai ragazzi, anche attraverso una collaborazione con le forze dell’ordine. Li vedo tranquilli». I calciatori azzurri sono scortati agli allenamenti, allo stadio per le partite, in ritiro e in tutte le occasioni in cui rappresentano il calcio Napoli. Il servizio è assicurato dai body guard che lavorano alle dipendenze della società azzurra. I calciatori non sono scortati nella loro vita privata.

 

La Redazione

P.S.

Fonte: Il Mattino

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