Quando ci furono i sorteggi di Champions, Aurelio De Laurentiis, non sapeva se essere più spaventato dall’essere capitato in un girone con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal, oppure contento di potersi misurare (e raffrontarsi) con club che vanno per la maggiore in Europa. In lui, prevalse il secondo sentimento, quello di poter fare un apprendistato con i fiocchi e proseguire nel suo percorso di studio ed arricchimento culturale per quanto riguarda il management di società calcistiche all’avanguardia. Avrebbe voluto fare bella figura sul piano calcistico (da qui, l’invito a Mazzarri di dare preminenza alla Champions) e nel contempo carpire qualche segreto a club blasonati e rinomati come quelli che partecipano appunto alla Champions. Già l’anno prima, in Europa League, De Laurentiis aveva avuto modo di scoprire come vivono il calcio in Svezia (all’Elfsborg), in Olanda (all’Utrecht), in Romania (alla Steaua) e soprattutto a Liverpool, dove il presidente del Napoli volle ispezionare l’«Anfield Road» in lungo ed in largo, farsi raccontare come sfruttano il marketing, che tipo di rapporto hanno con la tifoseria, come sono organizzati a livello di settore giovanile. Quest’anno, il patron del Napoli ha inteso approfondire i suoi «studi» calcistici e dopo aver trascorso una giornata intera a Barcellona, prima alla Cantera e poi al «Camp Nou», ha profittato delle sfide di Champions per conoscere da vicino le due realtà di Manchester. Prima e minuziosa visita al campo ed alla sede dello United, il mitico «Old Trafford», e successivamente all’«Etihad Stadium», il tempio del City di Mancini. Ora De Laurentiis, che nel giro di pochi anni ha restituito al Napoli prestigio e credibilità, avrà l’occasione di ritornare all’«Allianz Arena» dove era già stato per la finale del mondiale 2006 ma da spettatore. Stavolta vuole tornarvi da «studioso» più che da presidente della squadra avversaria. Ed ha già strappato a Rummenigge, dg dei bavaresi, la promessa di una visita accurata all’impianto nonchè la spiegazione di come è organizzato uno dei club più prestigiosi e rinomati d’Europa. Se poi il Napoli di Lavezzi e Cavani riuscisse a fermare anche i giganti del Bayern, tanto meglio.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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