È l’uomo più a sud della Nazionale. Napoletano di Bacoli, Enzo Di Palma vive in un angolo di Sicilia, a Milazzo, dove lo portò la carriera di portiere. Poi i portieri ha cominciato ad allenarli e adesso è nello staff della Nazionale. «Ho conosciuto Prandelli a Verona: vincemmo il campionato di B nel ’99. Poi Parma, Fiorentina e dal 2010 l’Italia. L’ho sempre seguito, tranne un anno, quando decisi di restare a Verona e Malesani, il nuovo allenatore, portò il suo preparatore», spiega Di Palma, uno dei due napoletani nel team azzurro: l’altro, Giulio Pazzanese, è il funzionario delegato all’organizazione gare.
Lei è l’uomo che conosce Buffon più di tutti.
«Ho cominciato ad allenarlo quando aveva 13 anni. Giocava nelle giovanili del Parma e mio figlio Giuseppe, adesso bancario, era il suo vice. Quando ero libero dagli impegni con la prima squadra, mi dedicavo ai portieri del vivaio e quindi anche a loro. Un giorno s’infortunò Bucci e il presidente Tanzi pensò ad un portiere straniero. Io salii a Collecchio per dirgli: si fidi, cavaliere, il Parma ha un grande portiere. Gigi esordì contro il Milan a 17 anni».
Com’era da ragazzino?
«Un simpatico rompiscatole».
È difficile allenare il migliore portiere al mondo?
«Tutt’altro: è facile».
Qual è il segreto di Buffon?
«La testa più del fisico, che è invece normale. Buffon prevede sempre cosa farà l’avversario: un tiro, una giocata. Sono il carattere e la personalità che hanno fatto la differenza nella sua carriera».
Avete studiato i rigoristi della Germania?
«Riunisco i tre portieri in una stanza e osserviamo le caratteristiche degli attaccanti nei più piccoli particolari perché possono essere questi a fare la differenza. Rigori e altro: siamo preparati».
Ha dato consigli a Buffon dopo i supplementari di Italia-Inghilterra, prima che cominciasse la lotteria dagli 11 metri?
«Gli ho detto: sei tu che decidi, ricordati che sei il più forte».
Alle spalle di Gigi ci sono due colleghi.
«De Sanctis ha ottenuto splendidi risultati con il Napoli, Sirigu gioca in una squadra di grandi prospettive come il Paris St. Germain. L’Italia ha tre portieri esemplari e tre uomini veri».
Suo figlio era il vice Buffon nelle giovanili del Parma: pentito che non abbia fatto il portiere?
«Giuseppe è nato nel gennaio ’78, stesso mese e stesso anno di Gigi. Quando si iscrisse all’università mi chiese se era il caso di continuare a giocare. Gli dissi con sincerità solo che uno su cinquemila ce la fa».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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