Mai banale. Il Pocho Lavezzi è così, nel bene e nel male. Inseguiva un gol al San Paolo da un anno, si è sbloccato, ha infranto il tabù segnando una rete straordinaria all’Udinese.
«È stato bello tornare a segnare dopo un anno. Io comunque gioco per cercare di dare il mio contributo alla squadra, non mi dispero particolarmente per il gol».
Già, Lavezzi non vive per il gol. Gioca per la squadra, lotta per sé e per gli altri, solitamente mette i compagni nelle condizione di segnare. Contro l’Udinese le parti si sono invertite: è stato Cavani a servirgli un assist perfetto e l’attaccante argentino lo ha tramutato in oro colato. Un piatto al volo, in corsa, di destro, sotto la traversa. Percentuale di difficoltà altissima e il Pocho ha fatto centro. Lui è così, quasi riesce a rendere semplici le cose difficili e a rendere difficili le cose semplici.
«Quando farò un gol banale? Spero presto. Un voto al gol con l’Udinese? Datelo voi, l’importante è aver vinto: una bella partita»,
spiega con il suo sorriso sornione. Presto vuol dire Catania, gli azzurri saranno di nuovo in campo tra appena tre giorni. Il campionato è equilibratissimo e il Napoli si è riavvicinato al vertice.
«Questa vittoria? Mostra che ci siamo ancora, abbiamo avuto un periodo di difficoltà, ma oggi siamo tornati»,
dice il Pocho. Una notte magica per l’argentino. L’Udinese si conferma squadra fortunata per lui, ai bianconeri friulani segnò il primo gol con la maglia del Napoli e la prima doppietta. Si è ripetuto, ha colpito nuovamente e poteva essere doppietta. Pericolosissimo in almeno altre due circostaneze il Pocho, una nel primo tempo e un’altra nella rirpesa quando super Handanovic ha risposto no. Ma stavolta un gol può bastare, ultima vittima al San Paolo il Milan nella stagione scorsa, era il 25 ottobre del 2010, posticipo di campionato (lunedì sera) e Lavezzi con il suo guizzo ridiede speranze al Napoli nel finale, ma finì comunque 2-1 per i rossoneri di Allegri. Ha risposto da campione alla sostituzione di Cagliari. Al Sant’Elia rientrò in panchina infuriato, lanciò a terra con un gesto di stizza un parastinchi, lo calmò Mascara. Poi Mazzarri chiarì l’episodio e la sua posizione. Il Pocho è uno degli intoccabili, uno dei suoi fedelissimi e Lavezzi tre giorni dopo ha risposto con un gol bellissimo e decisivo che ha spianato il successo azzurro sull’Udinese.
In questa stagione aveva segnato all’esordio a Cesena, il suo gol fu anche il primo in assoluto del Napoli, dopo appena tre minuti. Anche allora non fu un gol banale, Lavezzi sfruttò nel migliore dei modi un assist direttamente da fallo laterale di Campagnaro. Poi null’altro in termini di realizzazioni ma tante giocate decisive, tanti assist a Cavani, a Mascara, agli altri. Il rigore procurato contro il Villarreal, la traversa a Manchester contro il City che diede fiducia al Napoli dopo un inizio da brividi. Il Pocho è il vero fuoriclasse del Napoli, in molti la pensano così: tecnici avversari e addetti ai lavori. Per diventare perfetto dovrebbe migliorare la percentuale realizzativa, Mazzarri se lo è ripromesso: una delle sue scommesse è proprio quella di far segnare più gol possibili a Lavezzi. L’argentino l’anno scorso si fermò a sette gol in campionato, in questa stagione l’obiettivo è arrivare almeno in doppia cifra. E poi c’è anche la Champions, vetrina europea che potrebbe regalargli altri gol pesanti. Uomo mercato in estate, faceva gola ai club inglesi. De Laurentiis fu perentorio: «Il Pocho andrà via solo se si presentasse una società con 32 miloni di euro, pari cioè alla clausola rescissoria e ovviamente se Lavezzi dicesse sì all’offerta. Non lo venderei neanche a un euro di meno». E così il Pocho è rimasto. Ieri sera al San Paolo erano annunciati osservatori del Manchester United, presenti ovviamente per le stelle azzurre. Il Manchester City ci ha sempre pensato, ora lo farà ancora di più dopo il caso Tevez. Raiola parlò di uno scambio con Balotelli che avrebbe favorito il Napoli. Ma la realtà per il Pocho è sempre più Napoli, il Napoli. Vuole vincere qualcosa in maglia azzurra.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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