L’abbraccio, il grande cerchio azzurro, si vede Gargano che, squalificato, non ha potuto partecipare all’ultimo atto. Mazzarri è stato lanciato in aria due-tre, quattro volte.
Il tecnico è il grande protagonista della cavalcata azzurra, una coppa Italia che aveva perso ai rigori con la Sampdoria. Poi De Laurentiis è entrato in campo tenendo in mano la maglietta celebrativa per il trionfo, di colore nera, dove c’è scritto su «Campioni». I giocatori indossano quella bianca sempre con la scritta «Campioni». De Laurentiis abbraccia ad uno ad uno i protagonisti, abbraccia Maggio e poi via via tutti gli altri.
Cresce l’attesa e l’entusiasmo per un trofeo che Napoli riconquista dopo venticinque anni, la coppa Italia mancava dai tempi di Maradona. Viene premiata prima la Juve, applausi a Del Piero per l’ultima partita in bianconero. Poi tocca agli azzurri: passano ad uno ad uno per ricevere la medaglia, quindi tocca al capitan Paolo Cannavaro. Viene consegnata a lui la coppa e lui la alza al cielo.
I primi sms sono stati di suo fratello Fabio, tornato a Dubai dopo aver assistito alla finale di Champions League, e di Enrico Fedele, il procuratore amico. «È una soddisfazione incredibile», ha detto Paolo, commosso per il messaggio scritto da Cannavaro senior su Twitter.
«Onore ai vincitori e onore ai vinti. E ora alza la Coppa, Paolino», ha detto il capitano dell’Italia mondiale. Una rivincita per il capitano del Napoli, tormentato durante la sua carriera dal paragone con Fabio. «Cosa è accaduto negli spogliatoi? Ci siamo divertiti, è stata una grande festa. Dopo la premiazione eravamo usciti nuovamente sul campo per mostrare la Coppa ai tifosi ma erano già andati via. Immagino quanto avranno festeggiato a Napoli…».
«Adesso posso capire quelle sensazioni, è una soddisfazione tripla, finalmente posso sapere cosa hanno provato mio fratello e Juliano… Spero che altri napoletani possano ancora alzare questo trofeo. Vincere qui ha un sapore particolare ed è più difficile rispetto ad altre piazze. Mi auguro che questo successo sia un punto di partenza perché siamo un gruppo forte. Ci mancava soltanto vincere e vincere aiuta sempre».
Il Napoli continuerà a vincere senza Lavezzi. «Spero che le sue non siano lacrime di addio, ma se così fosse bisognerebbe soltanto ringraziarlo», ha detto Cannavaro.
Poi parola al macedone Pandev: «Provo tanta soddisfazione, è la mia quarta Coppa Italia ma anche la più bella. Devo ringraziare tutta Napoli, questa Coppa se la meritano veramente. Abbiamo dato l’anima e siamo stati gli unici a battere la Juve».
Segue il grande abbraccio e la corsa in campo, mentre vengono sparati i coriandoli tricolori. I tifosi juventini abbandonano lo stadio, si svuotano i settori bianconeri e restano solo quelli azzurri in tribuna Tevere e curva nord. Tutti a cantare «Oj oj vita Oj Oj vita mia»: scatenato il Pocho. Per Lavezzi una serata speciale, forse questa dell’addio in maglia azzurra, sorride alla gente, i tifosi lo abbracciano.
Cavani si sottrare a fatica all’abbraccio della gente, poi va sotto la curva Tevere forse per vedere se lì c’è sua moglie. Lavezzi continua ad urlare e a cantare, come Hamsik. L’Olimpico è tutto azzurro, è la festa del Napoli. Un trionfo atteso venticinque anni, una festa straordinaria, Napoli se l’è goduta fino in fondo.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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