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Il pm di Cremona potrebbe chiamare Buffon

Di Martino non avrebbe gradito le parole del portiere juventino

Nella giornata delle prime ammissioni, quelle di Acerbis soprattutto e pure quelle di Gatti, e in attesa degli interrogatori “pesanti” di Mauri e Milanetto, emerge anche una clamorosa novità: il probabile interrogatorio di Gigi Buffon. «Non ci ho ancora pensato, ma non lo escludo» , ha ammesso in serata il pm Di Martino, che lunedì aveva già fatto capire di non aver gradito le parole pronunciate la scorsa settimana dal portiere bianconero sui pareggi di fine stagione: «Meglio 2 feriti di un morto» . Pare che la frase sia stata vista come un tentativo di difesa di Conte, l’allenatore della Juve, finito nel registro degli indagati.

INTERROGATORI – Intanto, come premesso, i primi interrogatori hanno cominciato a dare i risultati. L’attuale portiere del Vicenza Acerbis, ma in passato al Grosseto e all’AlbinoLeffe, ha ammesso tutto ciò che gli è stato addebitato, confermando anche un elenco di molteplici riscontri. A suo carico, oltre al fatto di essere una figura di riferimento per il gruppo degli “zingari”, c’è un lungo elenco di gare per cui avrebbe contribuito alla manipolazione o al tentativo di manipolazione: Grosseto-Mantova, Torino-Grosseto, Gallipoli-Grosseto, Ancona-Grosseto, Reggina-Grosseto, Empoli-Grosseto, Grosseto-Reggina e, inoltre, Vicenza-Pescara e Vicenza-Empoli.
PRIME AMMISSIONI – Acerbis, comunque, è rimasto in carcere, il suo avvocato, Pilla, ha però presentato istanza di scarcerazione. Per lui, peraltro, all’orizzonte c’è per il processo sportivo che scatterà domani a Roma. E’ stato scarcerato, invece, Gatti, un personaggio definito «pittoresco» . Anche lui ha ammesso tutto, ma gli addebiti per lui sono limitati, un paio. Da amico di Carobbio, infatti, viene ingaggiato per trasportare somme di denaro, tra cui una di 40 mila euro ricevuta a Pescara e consegnata a Ilievski a Cernobbio. Per quei servizi la ricompensa era limitata a poche centinaia di euro e lui, comunque, pensava che i soldi fossero le vincite non il pagamento delle corruzioni. Da Ilievski, Gatti avrebbe ricevuto anche una sim rumena, mai utilizzata e gettata nel momento in cui è scoppiato il primo scandalo. Tisci, infine, colui che parlava con Bellavista di Vieri e delle puntate su Inter-Lecce, ha ammesso poco o nulla, al massimo di essere uno scommettitore. In merito ai contatti con Ilievski, il suo legale Mari, si è limitato a dire che «si tratta per forza di contatti limitati visto che il mio assistito non sa parlare inglese» .
POMERIGGIO DI FUOCO – Ad ogni modo, il giorno di Mauri – e Milanetto, con Turati, difensore del Modena ma dal 2009 al 2011 al Grosseto, terzo della lista – è arrivato. Il centrocampista della Lazio comparirà davanti al Gip Salvini per l’interrogatorio di garanzia oggi pomeriggio. E’ ciò che hanno ottenuto i suoi avvocati Melandri e Buceti che per due volte hanno tentato di intercettare il giudice. Il tentativo andato a buon fine è stato quello delle 15, quando Salvini è arrivato al tribunale per cominciare gli interrogatori. C’è da presumere che, se la richiesta di accorciare i tempi è stata accolta, evidentemente qualche minima rassicurazione sulla disponibilità di Mauri i legali devono averla fornita. E, infatti, al momento di lasciare il Palazzo di Giustizia, prima di tornare in carcere dal loro assistito, Melandri ha confermato che «Mauri è intenzionato a rispondere. Lo era anche all’atto dell’ordinanza. Se scommetteva? No, mai» . Ecco, se confermato, questo potrebbe essere uno dei nodi della difesa. Da mettere però in relazione al rapporto del laziale con Luca Aureli, titolare di un’agenzia di scommesse, e all’utilizzo di una scheda telefonica intestata a Samantha Romano, legata sentimentalmente proprio ad Aureli.
IL PARROCO DEL CARCERE – Buceti, l’altro legale di Mauri, ha voluto descrivere il suo assistito come «un uomo con le spalle larghe in grado di reagire. Un ragazzo integro che alla sua età conosce tanta gente. Comunque, gli siamo stati vicini in tutte queste ore ed è sempre stato tranquillo» . La versione riportata, però, non è in linea con quella di don Roberto Musa, cappellano del carcere di Ca’ del Ferro, che nella sua visita di ieri ha raccontato di aver trovato un ragazzo particolarmente provato, disteso sul letto, con al fianco l’ordinanza del giudice. Mauri indossava pantaloncini corti e una maglietta bianca e divide la sua cella (posizionata in una sezione che non ha contatti con il resto del carcere) con due extracomunitari in carcere per reati di piccolo spaccio, che pare gli preparino da mangiare.
PROCESSIONE DI LEGALI – Ieri, comunque, da Cremona sono transitati diversi avvocati. A cominciare da De Rensis, quello di Conte: «Non c’entra nulla con i fatti contestati. Lui è un patrimonio del calcio» . Poi è stato il turno di Buongiorno, legale di Vieri: «L’intenzione è quella di presentarci spontaneamente una volta terminati gli interrogatori di garanzia. L’avviso di garanzia è un atto dovuto e confidiamo nell’archiviazione. Vieri non scommetteva nella maniera più assoluta» . Infine l’avvocato Materia, rappresentante di Burini, collegato a Signori e Sartor, che ha rivelato: «Non è vero che il mio assistito è agli arresti domiciliari, visto che si trova in Cina dove risiede da anni» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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