Allora chiarisco: definitivamente. E’ una mia invenzione, desidero brevettarla, etichettarla. Come esiste nella industria, nel commercio, in ogni altra attività, il rispetto per la mano d’opera locale, così nel calcio non si può evitare di considerare il “piede d’opera locale”. Per carità, non il sollevamento di nuove frontiere, ma il rispetto. E ne parlavo, venerdì scorso, prima negli studi di Givova, con Fabio, il figlio di Ciro Femiano ma anche nipote di Mimmo e della Prof.ssa Assunta Pagliuca e poi a tavola da Abramo a Pomigliano, con lo scrittore – allenatore Raffaele Ciccarelli, con il direttore del Corriere del Pallone Carmine Testa e con Claudio Musella, giornalista, impaginatore, grafico, organizzatore, redattore di copertina. Auguro al Calcio Napoli ed al suo presidente, Maestro di Comunicazione, di diventare come l’Atletico di Bilbao. Auguro a lui, al Direttore Bigon, all’Ufficio Stampa, al Settore Giovanile, allo Staff Medico, di avere, un giorno, speriamo, non lontano, una squadra di solo napoletani. E per napoletani intendo, io, da Frosinone a Licata. Chi vive nelle terre che solo pochi anni fa erano del Regno delle Due Sicilie, è Napoletano. Fabio Quagliarella del quartiere Annunziatella della Bellissima Castellamare di Stabia è nella squadra diventata Campione d’Italia insieme a Marco Borriello; nel Napoli napoletano sono rimasti Paolo Cannavaro, Lorenzo Insigne e Gianluca Grava, nella speranza che ritornino Maiello e Ciano.
Ed è stato un fallimento il referendum in Svizzera, conseguente alla proposta xenofoba di James Schwarzenbach e i risultati che hanno dato lievemente battuta, appunto, l’idea razzista di mettere fuori dai cantoni elvetici gli stranieri.
L’esplosione razzista lì dove il reddito è alto è da condannare e da liquidare, ma che Napoli ancora così asfissiata da bisogni e di altro non cerchi di fare un po’ di spazio ai suoi ragazzi, anche nel calcio, è imperdonabile errore. Passabile di pena e altro. Per fortuna se al “piede d’opera locale” non badano i dirigenti, in tutte altre faccende affaccendate, ci pensino i tecnici. Perfino Mazzarri ascolta la nostra invocazione.
Mi lamento della mancanza di sensibilità mostrata da quanti non hanno messo in risalto questa interessante ripresa della scuola meridionale.
Ancora più lamentevole che il rilancio non lo abbia realizzato un meridionale ma un bresciano di Orzinuovi. Sarà ma la Nazionale di Prandelli è la più meridionale di tutti i tempi, con un napoletano, Antonio Nocerino del Pallonetto di Santa Lucia, anima della squadra ed erede del calabrese Gattuso; Sirigu, De Sanctis, Criscito, Cassano, Ranocchia, Destro, Verratti e Di Natale.
LODE A PRANDELLI: Lode quindi a Prandelli, protagonista della affermazione della Nazionale ma anche dei nostri conterranei (Nocerino e Di Natale su tutti!). Si attende adesso che l’esempio venga seguito dagli altri; dai beneventani e dagli avellinesi. O storia, assurda storia di Napoli, chi mai ti racconterà con il rispetto della verità che ti è dovuto!
Aversa è già retrocessa. Giovanni Spezzaferri cosa farà? L’Amministrazione manterrà i suoi impegni? E, poi, anche Aversa, apparterrà all’elite del calcio, come è giusto che lo sia una Città che è quasi più grande di Caserta. E che ha tanto coraggio da aver allestito, tanti anni fa, perfino un ippodromo, il Cirigliano.
Percorriamo ormai la Campania come robot. Ci invitano a conoscerla, chi mai si può opporre? Attraversiamo Casandrino, arriviamo a Piscinola. Una riunione importantissima ed il Campania (così si chiama!) disputa un grande campionato nella Serie D nazionale, come era giusto. E’ il Campania, squadra di Piscinola. Allenatore è Rosario Campana. Auguri. Auguri che risolva, il suo presidente, Giovanni Di Micco, il problema del campo di gara. Gravissimo che le società napoletane vogliose di investire e di fare calcio abbiano così tante difficoltà nell’uso dei campi di gara: Campania, Internapoli, Neapolis, Mariano Keller ed altre. A quanto il ritorno dei campi di gara di qualche anno fa: PalaArgento, Paradiso, Marianella, Collana, Stadio San Mauro, Stadio Luigi Moccia, Pineta? Corre voce che non verranno invitati i cantanti per la festa da tenersi nella Piazza di Scampia ed i soldi per il loro ingaggio vengano devoluti al calcio.
RITIRO A DIMARO: Mazzarri ed il Napoli ritorneranno in Trentino, a Dimaro: 13 – 26 luglio al Rosatti Sport Hotel Dimaro, al confine con Folgaria ed una cinquantina di km da Trento. Mazzarri conosce la Sila? Chiedo. No. La colpa è chiaro che è dei dirigenti che piuttosto che spendere qualche soldarello da queste parti preferiscono il Nord e addirittura l’estero. Ma come vogliamo farla l’Italia? La Sila, l’Irpinia. Si è mai preoccupato qualche dirigente di portarvi Mazzarri? Verde e pace. E aria idonea a conservare la condizione atletica. Poi ci lamentiamo delle ostilità che ci opprimono! Citazione per Santoro, i cui meriti chissà perché non sono mai illustrati come la sua maestria avrebbe suggerito. Il Napoli boys è opera sua. E’ bravo. “E’ più di un team manager”, così lo ha definito Walter Mazzarri. Qualcosa si muove nel Napoli! Attento al gioco.
NANDO TROISE
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