Parafrasando un concetto filosofico, è stato Luciano Spalletti ad offrire la più bella delle definizioni recenti su Diego Armando Maradona: “Il talento colpisce bersagli che gli altri non colpiscono. Il genio colpisce bersagli che gli altri non vedono”. Ed è stato proprio così. Non soltanto per ciò che l’ex Pibe de Oro ha fatto vedere in campo ma anche per quanto è stato capace di realizzare al di fuori del rettangolo. La magia principale è che continua a farlo, anche se da barrilete cosmico è volato in un’altra dimensione. Più celeste.
Lodevole più di ogni altro gesto è stata l’attenzione che Maradona ha riservato ai ragazzi. Fin da sempre, sono stati la sua ispirazione nonché la sua motivazione. E anche se forse non lo sa, ha regalato in occasione del suo 62esimo compleanno un inestimabile regalo a Giovanni Trifari, il 17enne pianista napoletano al quale la Lega Serie A ha chiesto di scrivere la melodia utilizzata per il tributo realizzato per il 30 ottobre appena trascorso.
La storia del pianista Giovanni Trifari
Giovanni frequenta il Conservatorio di San Pietro a Maiella e il Liceo Sannazaro. Nasce in una famiglia dove la musica scandisce il ritmo delle giornate. Suo padre suona la chitarra e da piccolo in casa gli facevano orecchiare jazz e musica classica. La madre ricorda che Giovanni era molto vivace e soltanto quando in tv gli faceva ascoltare Mozart, riusciva a fermarsi di colpo e a innamorarsi. Il piano ha cominciato a suonarlo a 12 anni, dopo aver conosciuto grazie alle lezioni di musica alle scuole medie, la pianola. Ha iniziato a toccarla per giocarvi. Poi ci ha provato davvero ad esplorarla, “rubando” infine il maestro di piano a un vicino di casa. Così tutto ciò che ne è conseguito: il suo canale YouTube con cover e composizioni personali, un CD in procinto di essere pubblicato e un gruppo suo, gli “Smokin’Brains” , formato lo scorso marzo con un singolo di musica pop in uscita il prossimo 19 novembre.
Il pianista napoletano: “L’emozione di quando mi ha contattato la Serie A”
Ai microfoni di serieanews.com Giovanni Trifari ha raccontato la sua emozione dopo la richiesta della Lega Serie A: “È partito tutto da loro. Mi hanno contattato dicendomi che avevano trovato su YouTube la mia cover di Live is Life (la pubblicai sul mio canale nel 2020, proprio quando Maradona venne a mancare) e che gli era piaciuta tanto. Al punto che volevano utilizzarne una piccola parte per metterla come sottofondo musicale al loro video tributo. Puoi immaginare che per me sia stata un’emozione fortissima”.
Come hai reagito quando ti hanno contattato?
“Ero in macchina con mio padre quando mi è arrivato il loro messaggio su Instagram. Non ci credevo. Ero sicuro che fosse uno scherzo. Nonostante l’account fosse verificato, ero convinto che si fossero sbagliati. Non potevo credere che per un progetto così importante avessero scelto me, che sono un ragazzo come tanti. L’ho raccontato ad alcuni miei amici, che erano più increduli di me. A chi mi faceva i complimenti rispondevo che bisognava aspettare il 30 ottobre (giorno della pubblicazione del video) per esserne contenti! Tra l’altro, puoi immaginare che da napoletano, tifoso del Napoli e amante del calcio a maggior ragione sia stato un evento di straordinaria importanza per me. Ne sono stato molto orgoglioso”.
Giovanni Trifari: “Maradona irraggiungibile come Chopin”
Cosa significa per te Maradona, nonostante tu sia così giovane?
“Maradona per me, da napoletano, rappresenta tante cose. Un uomo che ha rappresentato un popolo, che lo ha portato in alto e che lo ha sempre difeso. Io non ho mai visto giocare Maradona, ma dai racconti delle persone più grandi di me e dai video che si possono trovare online, posso solo dire grazie a Diego di essere esistito e di aver portato il calcio e il Napoli in alto. Il tutto con la leggerezza e la semplicità nel giocare che lo contraddistinguevano in campo. Anche per queste ragioni, partecipare ad un’iniziativa in suo onore è stato un motivo di orgoglio incredibile per me”.
Se potessi associare Diego a uno dei pianisti più famosi al mondo chi sarebbe e quale melodia secondo te è raffinata come il suo talento?
“È un paragone molto complicato da fare. Diego è stato unico così come lo è stata la sua arte, ovvero il suo modo di giocare a calcio. Potrei paragonarlo non a un musicista in particolare, ma alla musica classica e ai musicisti classici più importanti della storia. Seppur di epoche diverse. In ordine, ne dico tre: Bach, Mozart e Chopin. Ascoltando le loro melodie posso immaginare la bellezza incolmabile di ciò che faceva in campo con Bach. Un pizzico di sfrenatezza per le giocare inimitabili con le quali stupiva il mondo con Mozart. E la profondità del suo talento irraggiungibile con Chopin”.
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