In un sondaggio tra i tifosi del Napoli Luciano Castellini è stato, a larga maggioranza, scelto come il miglior portiere della storia azzurra. La leggenda del Giaguaro a Napoli è nata nel 1978 ed è durata sette anni, tra record e parate memorabili. «A Napoli voglio molto bene – racconta – sono stati anni davvero indimenticabili».
Arrivando da Torino dove era già un idolo dei tifosi granata.
«Altri momenti che restano fermi nel cuore. Avevo vinto uno scudetto fantastico. Mi guadagnai il soprannome per come mi muovevo tra i pali. Anche Gianni Brera qualche volta mi chiamò così».
Adesso lavora anche nello staff della Nazionale Under 21. In questi giorni ha visto Insigne da vicino.
«Con lui e con Ciro Immobile mi diverto a parlare in napoletano. Lorenzo ha i numeri per diventare un grande giocatore, ha un talento purissimo farà benissimo nel corso della sua carriera».
In che parte del campo rende al massimo?
«Può e deve giocare dove vuole. Io sono un po’ all’antica nel modo di intendere il calcio ma giocatori come lui devono inventare, vanno lasciati liberi di esprimersi».
Come lo vede come partner di Cavani?
«Bene. L’uruguaiano è un altro talento puro. Un giocatore completo che lavora per la squadra, difende e sa subito riproporsi in avanti. Un attaccante moderno che il Napoli non deve lasciarsi scappare. Lasciatelo tranquillo e farà ancora grandi cose».
Sabato c’è Torino-Napoli, la sua partita.
«E sarà una bella sfida. Mazzarri sta facendo bene da tempo, Ventura è un allenatore che ama fare gioco e non fa barricate».
Una gara che conta più per gli azzurri?
«Il Toro vorrà sicuramente ben figurare e proprio il fatto che giocherà senza affanno può essere più pericoloso per il Napoli. Gli azzurri, comunque, mi sembrano in ripresa e sono un’ottima formazione».
Discorso chiuso per lo scudetto?
«La Juve può solo perderlo da sola. È un peccato perché il Napoli ha perduto dei punti importanti per strada anche se il campionato degli azzurri, nel complesso, è davvero buono».
E com’è la stagione di De Sanctis?
«Ogni tanto viene criticato. Forse eccessivamente. È un portiere di esperienza e ha dato molto al Napoli».
Giusto guardare a portieri più giovani?
«Abbiamo un gruppo di ragazzi davvero interessanti. Penso a Bardi, Colombi e Perin ma anche a qualche elemento dell’Under 20. La conferma di una scuola dei portieri italiani che c’è sempre stata ma che oggi sta emergendo grazie al fatto che i giovani trovano più spazio, anche se spesso solo in serie B».
Che emozione proverà a guardare Torino-Napoli?
«Sensazioni forti. Mi ricordo la prima da ex del Toro con la maglia del Napoli. La curva granata iniziò a scandire cori per me. Subito i tifosi azzurri risposero con altri incitamenti. Mi ritrovai con tutto lo stadio che cantava il mio nome. Emozioni fortissime».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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