Roberto Sosa e un grande campionato sulla panchina della Vultur. Arrivato a stagione in corso, alla seconda giornata, l’ex attaccante di Udinese e Napoli ha permesso ai suoi di tenere un ottimo ritmo, che sta permettendo al club di navigare nelle posizioni tranquille della classifica. Ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com il Pampa ha fatto il punto sulla sua stagione, svelando anche il suo sogno nel cassetto, ovvero quello di arrivare un giorno, attraverso il lavoro, ad allenare in Serie A: “Simone Grillo mi ha messo a disposizione una squadra di veri uomini, al di là degli under che devono giocare per regolamento. I grandi stanno facendo bene, io punto molto sulle loro motivazioni. Contro il Nardò, squadra costruita per vincere il campionato, abbiamo fatto benissimo, sia all’andata che al ritorno. Sono contento del campionato che stiamo disputando”.
Quali sono i vostri obiettivi per questa stagione?
“Non ho allenato la squadra in estate, sono partito in ritardo, dalla seconda giornata, e per questo non ho potuto lavorare molto sui reparti nel momento più importante dell’anno, quando un allenatore spiega al meglio quali sono le sue idee. Vogliamo salvarci, ma se avessi avuto la squadra fin dall’inizio della stagione penso che avremmo potuto lottare per traguardi più importanti”.
Il suo obiettivo è quello di restare anche il prossimo anno?
“Devo fare ancora tanta gavetta, per arrivare il più in alto possibile, col tempo. Non smetto di sognare la Serie A, quello è il mio obiettivo, e potrò raggiungerla solo attraverso il lavoro, non con le parole. Lavoro tante ore, tutti i giorni, con intensità e cercando di imparare sempre”.
Ha parlato degli under, che per regolamento devono essere impiegati in ogni partita. Ci sono alcuni giovani interessanti che potrebbero fare il salto e giocare tra i professionisti?
“Ti faccio il nome di Matteo Palmieri, classe 1998, oppure Giuseppe Natiello, 1996. Sono un centrocampista e un difensore molto interessanti. Abbiamo anche Pedro, un brasiliano classe 1998 che non ha potuto giocare nei primi mesi per problemi con il passaporto ma che adesso sta facendo vedere tutte le sue qualità. Poi ci sono, tra gli over, Roberto De Rosa, del 1994 e Matias Cristaldi che ha giocato anche in Lega Pro. Dovrei nominare tutti però, perché questo è un gruppo che ha fame”.
Parlando del Napoli invece, sua ex squadra, pensa che la gara di Coppa Italia contro la Juve sia la più importante per arrivare alla vittoria di una Coppa?
“C’è in palio un trofeo e questa è una cosa molto importante, ma la gara contro la Juventus va al di là di tutto, è la madre di tutte le partite per i tifosi azzurri. Quest’anno le due squadre devono affrontarsi ancora tre volte, due in Coppa Italia e una in campionato e i giocatori dovranno cercare di fare il meglio possibile per regalare un sogno ai proprio sostenitori, scendendo in campo cercando di dare sempre tutto”.
Prima ha parlato della gavetta. Sulla panchina del Napoli c’è Maurizio Sarri, uno che è partito dal nulla ed è arrivato in una delle società più ambizione d’Italia. Cosa ne pensa della sua carriera?
“Mi piace molto come allenatore e studio da tempo il suo 4-3-3, così come quello di Eusebio Di Francesco. Guardando le gare del tecnico partenopeo si impara molto. È un vero esempio per tutti coloro che amano questo mestiere, me compreso”.
Dopo la gara di andata contro il Real Madrid in Champions League sono però arrivate le critiche di Aurelio De Laurentiis nei confronti dello stesso Sarri. Pensa che il tecnico sarà l’allenatore azzurro anche nella prossima stagione?
“Puntare su Sarri è scontato, esprime il miglior calcio in Italia al pari della Roma. Il presidente cerca di scuotere l’ambiente, poi bisogna sempre capire a che livello sia il loro rapporto. Credo comunque che De Laurentiis abbia parlato in quel modo per creare tensione e mantenere alta la concentrazione di tutti”.
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