L’investitura ufficiale è arrivata direttamente dal generale: Goran Pandev sarà il condottiero del dopo Lavezzi. Sarà un leader tra i leader e un trascinatore. Sarà se stesso, se vogliamo: perché della classe cristallina, del sopraffino genio sregolato di un campione vero che ha vinto tutto o quasi, Napoli non ha ancora preso del tutto coscienza. Quest’anno, però, la storia che la penna macedone sta scrivendo è del tutto diversa: in ritiro s’è presentato un buon atleta, oltre che un grande giocatore. In forma quasi perfetta e pronto al primo assalto: la Supercoppa. In Cina: che finora, per lui, è stata tabù.
LA PREPARAZIONE -E allora, di corsa. Con quell’inconfondibile stile cadenzato di chi, come Goran, ha il baricentro basso e il bacio del talento. L’andatura dei migliori, diciamo: un po’ così, apparentemente o veramente indolente. Tanto il colpo è sempre in canna. Fatto sta che Pandev sta facendo sul serio come ai tempi migliori: l’anno scorso fu sfavorito dalla situazione con l’Inter e da una vita da quasi separato in casa sino a fine agosto, con il risultato di una preparazione inadeguata che ha influito sul suo campionato; questa volta, invece, c’è da scommettere a occhi chiusi sulla qualità del lavoro atletico. Sì, è questa la vera discriminante. Fondamentale, assolutamente imprescindibile: un Pandev in forma fa male come pochi altri.
IN FORMA -Sgobba, suda e ride a Dimaro, Goran il macedone. E anche la bilancia e i risultati gli hanno reso omaggio: ottimi riscontri sia al peso, sia ai test atletici eseguiti dallo staff medico azzurro, De Nicola-Canonico-D’Andrea-Marzullo; la strada è la migliore possibile. E se il top sarà raggiunto gradualmente, come è ovvio che sia, è possibile già dire che Pandev è piuttosto in forma. Per la gioia di Mazzarri.
LA FIDUCIA -Sì, il tecnico azzurro stravede per il suo mancino: a maggio, dopo la conquista della Coppa Italia, ne ha chiesto espressamente la conferma, l’acquisto dall’Inter a titolo definitivo, definendolo la prima pietra della nuova squadra. La base. Un concetto ribadito anche in occasione della prima chiacchierata pubblica della nuova stagione, andata in scena mercoledì in Trentino: «Ha qualità indiscusse e sarà un titolarissimo. Deve solo stare attento a mantenere sempre la condizione ottimale». Beh, sembra proprio che questo non sarà un problema.
PATTO DA UOMINI -In realtà non esistono problemi di alcun tipo, per il nuovo corso. E anche il rapporto tra Mazzarri e Pandev è solido più che mai: nato e cresciuto tra una grande stima reciproca e qualche scambio di opinione vivace, motivato da un impiego non sempre continuo che il tecnico, trattandosi di un campione vero, ha sempre compreso e smorzato, è ora consacrato dalla più assoluta sincerità. Consacrato e anche avvalorato dalle parole che, conoscendo un po’ i metodi di lavoro e di gestione dell’allenatore azzurro, valgono davvero un’investitura ufficiale: Goran è fondamentale per il Napoli, sia per la qualità sia per l’esperienza. Dovrà prendere i compagni per mano e disegnare spettacolo con il pennello sinistro: il patto è sottoscritto. Già da tempo.
MURAGLIA CINESE -Ed è tanto che Pandev pensa anche a un’altra cosetta: la Supercoppa cinese. Cioè italiana che, il Napoli, si giocherà con la Juve il 13 agosto a Pechino. Brutti ricordi, per il macedone. Brutti perché legati a due momenti differenti ma non certo esaltanti della sua carriera: per lui il Nido d’Uccello significa la sconfitta con il Milan della stagione precedente, osservata in silenzio dalla panchina con la maglia nerazzurra per novanta interminabili minuti; e poi la mancata convocazione per la trionfale spedizione della Lazio del 2009, causata dalle problematiche con Lotito. Conoscendone l’orgoglio, e conoscendo anche l’atavica sete di vittorie, mai placata e anzi alimentata dai tanti trofei conquistati in carriera, è certo che la sfida con la Juve sarà anche la sua personale sfida con il destino. Con il dragone. Pandev, manco a dirlo, ha già conquistato una Supercoppa nel 2010 con l’Inter (con tanto di gol): ma vuoi mettere la soddisfazione di buttare giù la muraglia calcistica cinese?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
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