Eran trecento: e quello lì dall’altra parte delle transenne è giovane e forte, nel suo piccolo, l’ometto dei sogni. Eran trecento: tutti pazzi per il magnifico Insigne, Lorenzo per gli amici e il genietto di Frattamaggiore per gli amanti del calcio, un bonsai che in realtà ha dimostrato di saper essere (tecnicamente) un gigante da coccolare e all’ombra del cui talento andare a riparare. Da Castelvolturno a Foggia e poi dritto a Pescara, tutto in due anni tra gol, prodezze balistiche da mandare a memoria e l’incredulità per ciò che gli sta intorno: il futuro è suo, come sembra di leggere attraverso quel contratto importante (le cifre non si dicono, of course) che rappresenta il riconoscimento ufficiale della fiducia riposta in lui non solo dal pubblico ma anche dalla società. Manca la firma, ma cosa volete che sia: c’è già la data, scadenza 2017, perché su un diavoletto del genere il Napoli punta ad occhi chiusi. Dimaro, le sette della sera, allenamento finito, qualche prelibatezza goduta che ha strappato applausi a scena aperta e poi pure l’ormai immancabile ovazione: è l’ora degli autografi e di un entusiasmo travolgente, che trasforma Insigne nel «principino» azzurro. Trecento per cominciare e chissà invece stasera quanti saranno, in piazza Madonna della Pace, dov’è stato allestito il palco per la presentazione ufficiale d’un Napoli che va completandosi un po’ per volta: alberghi esauriti, strade imbandierate da un bel po’ e comunque attraversate da sciarpe e magliette azzurre, una prima che elettrizza e che trasforma.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
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