Ma chi l’avrebbe detto che un bel giorno, in una serata un po’ speciale, con il Milan di fronte, Mazzarri avesse «ribaltato» se stesso, rinunciato alle proprie certezze (e a quelle del suo Napoli), buttato (quasi) in un cestino il suo 3-4-1-2 o 3-4-2-1 o come diavolo vi piacerà vederlo, per affidarsi ad un anglosassone, diremmo normalissimo, quasi banale 4-4-2? Ma quello classico, più o meno: vero, fase di possesso con difesa a tre, gli esterni che provano ad allargare ed ad affondare, Hamsik che va a tagliare verso il centro. E però, poi, quando attacca il Milan, tutti rigorosamente in linea, in una dimensione semisconosciuta, con un filo invisibile che è flebile, Camgapnaro che scivola come un comune esterno difensivo e Zuniga che si lascia comprimere; davanti, stesso ordine che non appartiene al codice-Mazzarri, in genere comunque pronto ad avere incursori tra le linee, uomini destinati a garantire il rispetto delle diagonali e però poi a capovolgere il fronte sullo slancio. Invece Hamsik fa ciò che non ha mai fatto, che forse non sa fare e non ama fare, e la natura di una squadra arrembante, feroce nella applicazione del proprio spartito, è completamente modificata. Come se le fosse stata strappata la propria identità.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro