Luigi De Maio, neuropsichiatra e psicoterapeuta del Napoli dal 1976 al 1986 pensa che il problema sia nel turnover: «Molti giocatori sanno di andare in campo solo quando giocano contro squadre non di primo piano. E questo crea in loro uno scompenso motivazionale».
E quindi De Maio?
«Gli atleti hanno la sensazione di essere sotto esame e questo determina in loro una risposta negativa. C’è chi inconsciamente si spaventa: non tutti davanti all’occasione della vita danno il 200%. La maggior parte ha cedimenti, teme di essere sotto esame e crolla».
Il problema può travolgere la squadra?
«In certe gare è evidente l’assoluta mancanza di coralità nel gioco del Napoli, la scarsa voglia di dare la mano al compagno in difficoltà. Con l’Inter o nelle grandi notti di Champions, gli azzurri sembrano tutti disposti a supportarsi, come dovrebbe sempre essere. In altre gare no, c’è chi pensa solo a se stesso e viene meno lo spirito di gruppo. Qui c’entra molto l’aspetto individuale, più che il ruolo dell’allenatore».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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