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Il Napoli vuole sfatare il tabù Torino, mai battuto nell’era De Laurentiis

L'ultima vittoria in casa dei granata porta la firma di Dionigi e di Max Vieri

Bologna, Chievo, un po’ di Catania, macché. E’ il Toro la vera bestia nera del Napoli, è il Toro a travisare i colori, come un daltonico che vede rosso, quando invece è azzurro . E s’infuria, e parte a testa bassa, dispensando cornate che molto spesso hanno lasciato segni profondi. Tutto scritto, tutto riportato negli annali, nelle quasi nove stagioni dell’era De Laurentiis (pause di retrocessioni e risalite a parte) sono stati i granata a matare spesso e volentieri gli azzurri, altro che chiacchiere. Un vero e proprio tabù per i partenopei, che non riescono a prendere questo Toro per le corna. Tanto che fra i piemontesi da un po’ di tempo corre il : “Vedi il Napoli, e poi vinci”.

TRE, DUE, ZERO – Piccola sequenza di numeri, ma con un significato ben preciso. Non tutti sanno che: negli ultimi cinque confronti fra le due squadre (quelli poi disputati nell’arco dei nove anni della nuova gestione), il Napoli ha dovuto soccombere per ben tre volte, pareggiandone due e vincendone nessuna. Una vera è propria macumba ed anche anomalia, visto che poi la classifica finale del campionato ha espresso una disparità di forze fra le due contendenti. A netto favore degli azzurri. Mannaggia a Sansone (Gianluca), il guastafeste di turno. Ultimo della lista degli “incornatori” torinisti. Correva l’anno scorso, il 4 novembre per la precisione, ed il folletto granata fu folgorato da un lampo di notorietà (per la singolarità dell’episodio) dopo aver trafitto dolorosamente gli azzurri al San Paolo (e solo loro col Toro). Al minuto 46 della ripresa, complice un Aronica (eufemisticamente) leggerino nel disimpegno. Alla fine 1-1, quando ormai il Napoli aveva fatto la bocca alla vittoria, e due punti importanti persi. 
L’ULTIMA VITTORIA – Ecco l’ultimo atto di un ciclo stregato, durato ben nove anni, da quel 21 marzo del 2004, in serie B, allorché il Napoli di Gigi Simoni, di Vidigal, Sesa e Dionigi, riuscì ad espugnare il Delle Alpi, proprio con Dionigi e col fratellino di Bobo Vieri, Max (1-2 al 42°). Da allora in poi solo bocconi amari e risultati mal digeriti. Nella stagione 2007/08 ad esempio pareggio a Fuorigrotta (1-1) e sconfitta in trasferta (2-1), nella successiva 1-0 fuori, e nuova batosta in casa (1-2). Fino, appunto, al recente 1-1 con un retrogusto a dir poco amaro, foriero di accesissime discussioni, al pari di una partita persa. E in più, il Toro targato Cairo ha capitolato con tutte le big, tranne che col Napoli. Ma l’ultimo successo degli azzurri a Torino (in serie A) risale addirittura a vent’anni fa, al gennaio 1993. Col gol dell’ex, quello di Roberto Policano, innesto indovinato in un Napoli già impreziosito da Thern, Careca, Zola e Fonseca, ed imbottito di ex-granata come Corradini, Francini e Crippa. 
VENTURA – Ha il gran merito, l’ex tecnico azzurro, di aver ridato smalto ai granata, centrando al primo colpo la promozione in A. Il mister che ama la Samp, de André e il golf, ha avuto sempre molti corteggiatori: il suo curriculum consta di circa venti squadre (alcune lasciate e riprese), al Toro è approdato nel 2011 subito dopo aver lasciato il Bari. Dopo il doloroso distacco, per sette volte ha ritrovato gli azzurri, ma non gli è andata mai particolarmente bene. Tranne l’ultima di sicuro. E allora, ricapitolando: il Toro è la bestia nera (per eccellenza) del Napoli, che, al contrario, s’è rivelato un vero tabù per Ventura anche da avversario. Poiché nel 2006/07, alla guida del Verona, perse entrambi i match; idem nella sua prima stagione al Bari (2009/10), e nella seconda pareggio e sconfitta. Anche Giampiero vorrebbe perciò (finalmente) matare il Napoli. Ma sempre con un velo di nostalgia. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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