L’OPPORTUNITA’. E allora, assalto all’Europa: così, di slancio e senza pensarci su due volte. La storia è questa, asciutta e semplice: domani con lo Sparta, nella penultima giornata della fase a gironi, al Napoli basta un pareggio per conquistare la qualificazione aritmetica ai sedicesimi; in caso di vittoria, però, arriverebbe anche la certezza del primo posto del gruppo I. Con tanto di conseguenza decisamente interessante in vista del prossimo sorteggio in programma il 15 dicembre a Nyon: nei sedicesimi, infatti, gli azzurri eviterebbero di incontrare le squadre leader degli altri gironi (oltre alle italiane e a quattro delle retrocesse dalla Champions). Mica male come inizio. Come inizio della cavalcata verso il trofeo.
POSTA IN PALIO. I tormenti del campionato, e una rincorsa tornata a essere un po’ più complessa di quanto già non lo fosse dopo il 3-3 con il Cagliari, hanno incrementato l’importanza dell’Europa League: prestigio, curriculum ed esperienza – è qui che è nata la favola dell’Atletico di Simeone – e poi anche una possibilità alternativa per la qualificazione in Champions. Sì, la conquista dell’Europa League vale anche un pass per la prossima edizione della regina delle coppe d’Europa; addirittura alla fase a gruppi, se la detentrice si qualifica direttamente anche nel proprio campionato. E’ proprio il caso di dirlo: quest’anno la posta in palio vale doppio. Una posta che, per caratteristiche e valori, sembra assolutamente alla portata del Napoli.
ARITMETICA. Un passo alla volta, comunque. E dunque sotto con lo Sparta Praga: regolato con un perentorio 3-1 nella prima sfida e pronto a cedere lo scettro del girone I anche in caso di pareggio. Non aritmeticamente, però: con il pari, infatti, per gli azzurri arriverebbero la certezza della qualificazione ai sedicesimi e un primato temporaneo da confermare, poi, con lo Slovan Bratislava nella passerella di chiusura in programma al San Paolo l’11 dicembre. Per l’en-plein, insomma, serve la vittoria.
LA SCOSSA. Sì, vincere domani alla Generali Arena porterebbe in dote un bel po’ di elementi positivi: di carattere pratico, in chiave qualificazione, e anche di carattere e stop. Rigenerante? Probabilmente sarebbe l’effetto giusto di un successo in grande stile: il pareggio con il Cagliari ha fatto male, e anche molto, sia perché ha rallentato il trend della miglior squadra d’Italia delle precedenti sette giornate, sia perché ha riaperto il fronte della discussione della personalità. Anzi, della doppia personalità: perché c’è il Napoli in grado di surclassare la Roma e poi c’è quello che stacca la spina dopo il 2-0 al Cagliari. Funziona così. Non dovrebbe. E Rafa se l’è presa un bel po’: ecco perché lui, il re di nove coppe e il tecnico di una squadra in grado di battere chiunque, sa perfettamente di poter puntare all’Europa. Di slancio. Sempre più.
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