Anche stavolta il Napoli indovina la “tempistica”: se c’è da dare di più in una fase piuttosto che in un’altra della partita, e se di recente gli azzurri avevano scelto i finali di gara, stavolta al contrario andava sbloccato subito il risultato, per evitare il rischio di impantanarsi in uno 0-0 e un match contratto. E ci ha pensato Inler a rompere presto gli indugi, con un numero degno della sua recente crescita. Seguito da Hamsik che ha deliziato il pubblico con una giocata ancora più spettacolare.
I due gol sono frutto di una partenza forte, che ha visto il Napoli tornare ad essere quello veloce e pungente che si era fatto apprezzare in passato, grazie anche a un Insigne in grande spolvero e un Zuniga ispirato sulla sinistra. Finalmente la circolazione di palla è stata di nuovo rapida e precisa, anche per l’ottima vena di Hamsik e Inler a centrocampo. La squadra ha tenuto il baricentro molto alto, segno di un atteggiamento aggressivo. Behrami intanto ha agito da diga con la solita grinta e puntualità, mentre Cavani, nel primo tempo, ha avuto le sue occasioni ghiotte senza però sfruttarle, ripetendo sempre lo stesso copione: ottimi stop ma tiri sfortunati. Il vero problema del Napoli, però, è stato il consueto black-out di concentrazione, stavolta in seguito al 2-0. Non solo per la circostanza del gol di Bjarnason, che ha approfittato di una mezza dormita della difesa partenopea; anche nei minuti successivi gli azzurri hanno lasciato troppo giocare gli avversari, facendoli arrivare più volte pericolosamente in prossimità dell’area e concedendo a Vukusic e Cascione un paio di occasioni sprecate malamente dai due del Pescara.
Dopo l’1-2 gli ospiti sono cresciuti, cominciando bene anche la ripresa. Più che altro smentendo le aspettative di un approccio difensivista: anzi, fin dal fischio d’inizio, anche sullo 0-0, il Pescara di spazi ne ha concessi. Gli abruzzesi hanno provato a giocarsela e fino al 5o’ ci hanno creduto, ma il Napoli ha reagito imponendo con autorità la propria superiorità tecnica, rigettando il Pescara nella sua metà campo e salendo in cattedra. A guidare la cavalcata verso il risultato tondo ci ha pensato Edinson Cavani. Che è un campione non per il rigore procurato con classe e poi segnato, o per il secondo gol a conclusione di un’azione verticale partita da Insigne e perfezionata da Hamsik. È un campione perché, in una giornata per lui nata storta, non si è mai arreso, ha continuato a correre senza pause ed a procurarsi occasioni, finché da solo non ha seminato il panico nella difesa pescarese generando un rigore e un’espulsione.
Il secondo gol di Cavani è l’esito di un aspetto tattico da noi messo dettagliatamente in evidenza: in un periodo in cui il gioco sulle fasce, su cui costruiva la sua forza il primo Napoli di Mazzarri, non è più produttivo, bisogna percorrere nuove strade. Lungo le vie centrali gli azzurri possono essere devastanti, perché è lì che hanno il tasso tecnico maggiore: Hamsik quest’anno è forse al massimo della sua forma, Inler sta crescendo gara dopo gara ed oggi è stato stratosferico, Insigne ha nei passaggi la sua dote migliore. Il quarto gol del Napoli è la sublimazione di tale alchimia e il triangolo Insigne-Hamsik-Cavani è stato pregevole. Come è da apprezzare un atteggiamento finalmente famelico, che ha spinto gli azzurri a non accontentarsi di nessun parziale e continuare a cercare la giocata fino alla fine. Nota lietissima è che i giocatori napoletani sembravano anche divertirsi, godendo della loro stessa condizione di forma e dello spettacolo prodotto.
Pur restando qualche piccola ombra su una difesa troppo allegra che ha fatto disperare Mazzarri in panchina, questo 5-1 inflitto a un buon Pescara è un ottimo segnale in vista del prossimo impegno con l’Inter. È anche una risposta alla goleada della Juventus agli abruzzesi, quasi a dire: “Sappiamo farlo anche noi”. Per il prosieguo del campionato, la speranza principale è che il Napoli sappia conservare questo tipo di gioco e soprattutto di atteggiamento, che erano stati un po’ smarriti e vanno assolutamente reintegrati stabilmente nell’identità calcistica degli azzurri in questo campionato. Centrocampisti come Inler e Behrami ora sono su ottimi livelli; un talento come Insigne e campioni come Hamsik e Cavani, poche squadre li hanno in Serie A. Il Napoli deve ricordarsene e costruire su questa convinzione la propria forza.
A cura di Lorenzo Licciardi
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