Chi li conosce a fondo, si preoccupa fino ad un certo punto. E’ vero, i tre tenori del Napoli sembrano essere in letargo ma tutti sanno che sono capaci di risvegliarsi quando nessuno se l’aspetta. Lo sanno i tifosi partenopei e meglio di loro lo sa Mazzarri. Altre volte, Cavani, Lavezzi ed Hamsik hanno accusato qualche black out tra un impegno di Coppa e l’altro. Ma poi hanno risposto sempre con puntualità. Specie nelle occasioni importanti. Quella di domani sera con l’Udinese lo è. Al San Paolo piomba la prima della classe. Non solo, arriva anche la formazione che vanta la migliore difesa fra i maggiori campionati d’Europa. Per non citare quella voglia di rivincita che viene covata in gran segreto da Cannavaro e soci dopo i due kappaò subiti ad opera dei friulani lo scorso campionato. Ed il trio delle meraviglie è particolarmente sensibile a certe sfide. Più sembrano difficili e più si gasano. Più l’ostacolo appare insormontabile e più il tridente si esalta. Lo ha dimostrato in Champions League bucando le difese di Manchester City, Villarreal e Bayern Monaco, quest’ultima immacolata da undici turni prima di capitolare a Fuorigrotta seppure su autogol. I tenori si sono poi esaltati in campionato al cospetto di Milan ed Inter. Il Napoli deve entrare in paura per rendere al meglio. Deve temere la brutta figura per recuperare determinazione e mordente. E la formazione di Guidolin capita a proposito per dare la scossa agli attaccanti del Napoli e non solo a loro. Anche a Christian Maggio, ad Inler, nell’inedita veste di ex, a Dossena, altro ex di turno, a Dzemaili che per la prima volta si esibirà da titolare al San Paolo. L’Udinese è la squadra più in forma del momento, dispone di una difesa quasi impenetrabile, vanta giocatori in grado di sfoderare numeri d’alta scuola. Ecco l’occasione per tornare ad essere protagonisti, imponendo lo stop alla capolista e smentendo coloro già parlano di attacco in crisi.
CAVANI – Il Matador ha già iniziato il processo di introspezione. Vorrebbe capire cosa non va per porvi rimedio. Probabilmente è solo un momento-no. Più mentale che fisico. Troppo stress. A cominciare dal recupero forzato della distorsione alla caviglia per rispondere alla convocazione in nazionale, ai tanti viaggi aerei in un mese, al cambio repentino di abitazione dopo il furto subito nella casa di Lucrino quando lui, la moglie ed il piccolo Bautista erano in Uruguay. Ha solo bisogno di recuperare lucidità e fame di gol. Il Matador non era partito male in Champions ed in campionato: un gol a Manchester, tre al Milan, un altro al Villarreal. Cinque reti nel mese di settembre, mica pochi. Poi, l’infortunio, l’affaticamento, il black out. Ma per Mazzarri non è un problema. Anzi, è rimasto soddisfatto dell’apporto offerto dal Matador a Cagliari sul piano tattico.
LAVEZZI – Il Pocho, invece, dà segnali di nervosismo. Vorrebbe far gol e nota che non gli riesce, arrabbiandosi più con se stesso che con gli altri. Provvederà Mazzarri a spiegargli che solo restando tranquillo può incidere e ritrovare anche la via del gol. «Pareggio a Cagliari ma sicuramente aspettavamo qualcosa in più, cmq siamo fiduciosi per mercoledì che ci possiamo rifare» ha scritto ieri il Pocho su Twitter. Con l’Udinese si presenta l’occasione per tornare alla ribalta. Un gol al friulani, o anche un assist vincente, restituirebbe a Lavezzi la fama di giocatore indispensabile per il Napoli. E non sarebbe la prima volta che trafiggerebbe la difesa bianconera. Vi riuscì alla prima apparizione in Italia e all’Udinese segnò anche la prima doppietta (2007-2008).
HAMSIK – Lo slovacco, infine. Anche lui è apparso giù di tono. Ma anche Hamsik schiuma rabbia ed insegue un altro gol al San Paolo come quello realizzato al Villarreal, un gol che sarebbe altrettanto pesante perchè ottenuto al cospetto di una difesa bunker.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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