Piemontesi in vantaggio con una punizione di Radovanovic, poi Lavezzi inventa l’azione del pareggio. Non funziona la formula con Hamsik e tre attaccanti. Cavani sostituito nella ripresa.
Dai bagordi del Madrigal, al punticino del Silvio Piola. Il Napoli non si riconferma “da Champions”, trova il quarto pareggio nelle ultime cinque gare di campionato, e perde terreno sul gruppone di testa: nove i punti dalla vetta, che potrebbero diventare undici in caso di successo della Juve a Roma. E le cose potrebbero andare anche peggio, visto che è il Novara a passare in vantaggio, a sopresa, nella ripresa, e ci vuole tutto il carattere a cui la squadra di Mazzarri ha abituato nei momento migliori per raddrizzarla. Nel finale i partenopei potrebbero vincere, ma l’impressione è che la sveglia sia suonata troppo tardi.
QUARTO TENORE – Mazzarri si presenta, come annunciato, con un giocatore offensivo in più: Goran Pandev, sulla carta il quarto tenore. Il macedone gioca con Lavezzi, alle spalle di Cavani. Fa un paio di passi indietro invece Hamsik, che gioca in mediana con Dzemaili. Panchina per Gargano e Inler, non al meglio. Anche il Novara è confermato: difesa a cinque, Rubino unica punta, supportato da Mazzarani.
QUASI MAGGIO – Il copione della gara, visti gli schieramenti, è prevedibile. Pallino del gioco ai partenopei, che cercano di sfondare in velocità, puntando soprattutto sulle corsie, con Maggio da una parte, Dossena dall’altra e spesso Lavezzi a supporto. Non è un caso che l’occasione migliore di un primo tempo bloccato arrivi così: discesa a sinistra di Dossena, cross sul secondo palo dove Maggio stacca bene, ma manca di poco la porta. Non che il Novara stia a guardare. La squadra di Tesser è compatta, chiude bene gli spazi e prova qualche ripartenza. Rubino è un po’ isolato, ma tiene bene il reparto. Ci prova da fuori, senza fortuna, e fa più volte a sportellate in area con Campagnaro e Cannavaro. Aronica rischia qualcosa di troppo in un’occasione, ma l’attaccante non trova la deviazione. Meglio comunque il Napoli. A metà tempo, una variazione al leit-motiv della gara, con la giocata in verticale per vie centrali: Hamsik prova a far valere i piedi buoni nel nuovo ruolo, innescando lo scatto di Cavani (non proprio in serata) in area, ma è decisiva l’uscita di Ujkani. Nel finale, dopo un corner dei piemontesi, Pandev spreca malamente una ripartenza che poteva essere letale, con un colpo non proprio da tenore.
BOTTA E RISPOSTA – Nella ripresa l’andazzo non cambia. C’è però qualche spazio in più, complice la stanchezza crescente, e i piemontesi cominciano a crederci un po’ di più. Non si limitano più a chiudersi a riccio per ripartire, ma alzano un po’ gli esterni per mettere in difficoltà le controparti. Al 4′ ecco la riprova: discesa di Gemiti e gran cross, con Rubino che anticipa il marcatore ma non ha il guizzo “alla Klose” per girare sul secondo palo. Buona occasione sfumata. Lo stesso attaccante qualche minuto più tardi scappa ad Aronica, ma è troppo defilato per impensierire De Sanctis. Il calo del Napoli è evidente e al 25′ passa il Novara. Punizione-bomba di Ivan Radovanovic, la barriera si sfalda incredibilmente, De Sanctis è sorpreso e il serbo festeggia il primo gol in A. Due minuti prima Mazzarri aveva tolto Cavani per Mascara. Non le premesse migliori per il finale, ma comunque il gol subito è l’attesa sveglia per il Napoli. Che comincia a spingere con continuità, mancando un po’ in lucidità. Il pari al 30′: guizzo a sinistra dell’instancabile Lavezzi, palla per Hamsik che liscia malamente e tap-in di Dzemaili. Il finale è un forcing, ma il Novara resiste. Ed è giusto così.
Fonte: Gazzetta.it
La Redazione
M.V.
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