Un autogol tiene il Napoli in corsa. Ma la prova del Siena è stata decisamente più convincente di quella della squadra di Mazzarri. L’ingresso in campo di Lavezzi ha in qualche maniera cambiato il volto del Napoli perché in un momento in cui il gioco collettivo non funziona, le invenzioni individuali (e l’argentino è il più creativo e imprevedibile del gruppo) possono colmare le lacune. Però il primo tempo di Cannavaro e compagni è stato a dir poco imbarazzante, un imbarazzo confermato dal doppio svantaggio accumulato dai ragazzi di Mazzarri in poco più di un’ora di gioco. Con l’orgoglio, il Napoli è riuscito a riscattare parzialmente quel primo tempo (un palo, un salvataggio di Belmonte sulla linea, un fallo di mano di Contini ritenuto da De Marco come la conseguenza di una spinta di Cavani, soprattutto la traversa al 50′ del secondo tempo di Campagnaro, poteva essere il pareggio), con l’orgoglio e soprattutto la grande qualità di Lavezzi. Ma il Siena è apparso squadra solida, capace di difendersi in dieci e di ripartire velocemente negli spazi, sempre compatta e corta. E’ chiaro che il Napoli può ribaltare il risultato sfavorevole ma deve crescere dal punto di vista della qualità del gioco, deve ritrovare equilibri che oggi appaiono perduti e la condizione di molti giocatori che al momento appare appannata. E tutto questo deve farlo anche in fretta perché nel frattempo ricomincia la Champions.
– Quello di Hugo Campagnaro a questo punto è un vero e proprio caso. Ieri sera al di là della grande sagacia tattica del Siena, il vero elemento che ha squilibrato la sfida almeno nel primo tempo è stato alla resa dei conti proprio l’inquietante rendimento del difensore napoletano. L’argentino ha provato già prima del gol di Reginaldo ad aprire la strada dei toscani verso la porta di De Sanctis. Ci è riuscito alla fine, al 42′ quando Mannini ha messo alle sue spalle un pallone che Reginaldo ha rincorso mentre lui è rimasto praticamente fermo a guardare. De Sanctis, capendo che ormai il brasiliano aveva «bruciato» il suo compagno, ha provato una disperata uscita venendo beffato dall’avversario con un tocchetto a scavalcarlo bello anche perché precedentemente impreziosito da un perfetto controllo. Oggi i problemi del Napoli sono tutti racchiusi nella fase difensiva e nella maniera in cui la manovra viene riavviata dai difensori. Il tecnico ha provato a rimaneggiare il suo copione tattico mettendo, in fase di non possesso, Gargano davanti ai tre difensori e Hamsik su una linea di centrocampisti a quattro. Ma anche così, cioè in una versione più coperta, il Napoli finisce per apparire sempre in affanno quando gli avversari si presentano nella sua trequarti. Manca, poi, il contributo degli esterni e se Zuniga appare abbastanza vivo, Maggio è in questo momento in fase involutiva tanto è vero che l’azione del Napoli si appoggia più a sinistra che a destra. La nuova posizione dovrebbe consentire ad Hamsik, occultandosi tra le linee, di dare il meglio di sé negli inserimenti. Ma anche lo slovacco appare un po’ spento e meno preciso.
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