Vive la France: e però anche l’Italia. E mentre intorno c’è il senso pieno d’un affare, ciò che resta d’un duello a distanza è l’incognita del destino. Si scrive Matuidi, si legge Napoli e però anche Psg: perché il futuro è ancor tutto da decodificare, è racchiuso nel mistero d’una firma che danza nell’aria e d’un interesse legato (indissolubilmente) a quel contratto in scadenza nel giugno del 2014. Il mercato è un infermo e per domare le fiamme che ardono dentro talvolta non basta una mossa: la storia, separata dalle opinioni e persino dalle posizioni, è ormai nota, ma quel parametro zero che s’aggira per l’Europa, che ingolosisce mezzo mondo, è una tentazione interplanetaria sulla quale il Napoli s’è tuffato in anticipo e ora tenta di cogliere.
LA SFIDA – La verità, pure nel calcio, sta nel mezzo: perché è a centrocampo che s’esaltano le virtù tattiche d’una squadra, perché è quello il cuore della manovra, perché è lì che il cervello (e i piedi) danno consistenza all’idea. Blaise Matuidi (27 ad aprile) entra di slancio nella top five del Napoli in tempi non sospetti, poi ci resta, poi si accredita ulteriormente e quando è ormai chiaro che il rinnovo sta diventando complesso e c’è una speranza, piccola o grande che sia, ecco un blitz a Parigi per osservarlo contro l’Anderlecht, e un’analisi nel summit di Castelvolturno per immaginarselo nel 4-2-3-1 (che in realtà a volte diviene 4-4-2 ed in fase di possesso si trasforma in 4-2-4). Tre uomini sono pochi per affrontare campionato e Champions, serve un rinforzo: Matuidi ha i muscoli, i centimetri, la gamba, la capacità d’interdizione e fa niente se manca in costruzione; poi costerebbe nulla, libero da impegni fra otto mesi… Però mica è così semplice.
LA RISPOSTA – Il Psg s’è fatto due conti, ha chiaramente riflettuto ed è ripartito: dalla Francia, perché ogni mondo è paese, arrivano spifferi e si parla di un accordo imminente, persino già trovato, prossimo ad essere reso noto. In pratica, la controffensiva al Napoli, che intanto s’è spinto sino al Parco dei Principi per una partita di Champions altrimenti inutile (almeno per un osservatore). E quindi, avanti Psg, dialogando, toccando le corde giuste, fidando sulla forza del gruppo, lasciando da parte l’avarizia che non è certo degli sceicchi: Bigon sta alla finestra, Benitez rimane distante a Castelvolturno e poi quando arriverà gennaio si capirà se…
IL PIANO B – Ma i rinforzi devono essere a presa rapida e, chiaramente, arrivare in fretta, tra un mese e mezzo: la Champions avrà il potere di enfatizzare o spegnere l’emergenza (e dipenderà ovviamente dall’esito delle prossime due gare, dalla qualificazione agli ottavi). L’ostacolo serio, per cominciare, è nella possibilità di arrivare a Matuidi immediatamente: e a questo punto parte il cosiddetto piano-B, che conduce dritto al Porto, che riconduce spediti in Francia, che obbliga a girare l’Europa. Il top player alternativo è Fernando Francisco Reges (26), pure lui senz’alcun vincolo tra otto mesi: c’è ressa, e chi se ne importa, ma c’è soprattutto l’impossibilità di poter (eventualmente) utilizzare il brasiliano del Porto in Champions, e adesso sì che il Napoli se ne importa.
RIECCOLI – Ma le strade del signore sono infinte e trascinano, ancora, a Lione: Maxime Gonalons (25 a marzo) ha nel codice genetico ciò che serve a Benitez, è stato avvicinato nella scorsa estate, non ha richiami europei con il suo Lione e potrebbe avere il desiderio di rimettersi in discussione concedendosi maggior visibilità. Ma in questo tour, gira e rigira, è riemerso anche la terza via: il brasiliano del Tottenham, Sandro (25), era nel listone della spesa prima che si infortunasse. Poi si è riaccesa una lucina: ma quel Matuidi potrebbe spegnerle tutte.
Fonte: Corriere dello Sport.
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