Il Napoli ha resistito un tempo in casa dell’imbattibile Juve (31 risultati utili consecutivi), poi è crollato. I suoi cosiddetti tre tenori non hanno cantato, com’era già accaduto su un altro campo durissimo, quello del Chelsea, laddove la difesa ha confermato gli attuali limiti (7 reti incassate nelle ultime tre gare), subendo l’ennesimo gol sugli sviluppi di calcio piazzato (Bonucci) e poi due contropiedi, finalizzati da Vidal e Quagliarella.
C’è stata gloria anche per il ragazzo di Castellammare: non ha esultato dopo aver sorpreso De Sanctis sul suo palo, rispettando la stagione napoletana conclusa con 12 gol e un addio al veleno. Per gli azzurri e i suoi diecimila tifosi anche la pena di dover ascoltare le note di ‘O surdato ‘nnammurato cantate dal popolo bianconero in onore della squadra che ha quasi annullato il distacco dal Milan: Conte è a -2 da Allegri, mentre Mazzarri non è riuscito a compiere l’impresa e ad agganciare la Lazio al terzo posto, a sei giorni dallo scontro diretto per la piazza d’onore Champions all’Olimpico. Si è esaurita dopo due mesi e nove partite l’imbattibilità del Napoli in campionato, quella serie di risultati che aveva riaperto la porta sul torneo europeo più prestigioso. Dopo il pari del Milan e le sconfitte di Lazio e Udinese la sfida allo Juventus Stadium aveva assunto un significato ancor più importante ed è stata questa la motivazione dell’accurata fase difensiva di Conte e Mazzarri nel primo tempo.
La Juve ha cercato l’affondo buono, ma senza successo, limitandosi nel primo tempo a un colpo di testa di Vidal al 30′ e alla punizione da lunga distanza di Pirlo deviata da De Sanctis al 44′. Borriello, scelto da Conte quale partner di Vucinic, si è fatto notare soltanto quando ha protestato per la trattenuta di Maggio in area, non rilevata dall’arbitro. Mazzarri ha dovuto nuovamente rinunciare all’esterno, stavolta dopo soli 25’. Fermo dieci giorni per infortunio muscolare e recuperato in tempi strettissimi, Maggio ha alzato la mano dopo uno scatto e ha chiesto il cambio con Dossena: è dalla notte di Londra, quel triste 14 marzo, che non riesce a completare una partita. Il Napoli si è difeso contro la Juve nel primo tempo, poi nella ripresa è sparito. Ha preso il primo dei tre gol dopo 8′, ancora una volta sugli sviluppi di un calcio piazzato: punizione di Pirlo, sul tiro di Vucinic c’è stata la perfida deviazione del ginocchio di Bonucci che ha spiazzato De Sanctis. Viste le immagini, la posizione del difensore bianconero al momento del tiro è apparsa dubbia. Il Napoli tentava di rialzare la testa, Mazzarri azzardava e inseriva Pandev, stavolta non per Hamsik (spostato a centrocampo), ma per Inler, che fino a quel momento aveva garantito buon lavoro in fase di copertura su Marchisio. È sembrato un azzardo anche al tecnico, infatti dopo pochi minuti ecco Dzemaili e fuori lo slovacco. Proprio lo svizzero avrebbe perso a centrocampo una palla velenosa, quella che servita da Marchisio a Vidal avrebbe consentito al cileno di raddoppiare, puntando sul secondo palo dopo aver schivato Campagnaro. E nel finale ecco il colpo di Quagliarella su assist di Del Piero: aspettava questa gioia da fine agosto 2010, quando il Napoli lo mise alla porta.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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