Falcao, Bacca, Jackson Martinez, James Rodriguez,Teofilo Gutierrez, Cuadrado, Muriel, Ibarbo. Nella lista dei 23 convocati da Pekerman per la Copa America appena conclusasi, il reparto offensivo della Colombia era così composto. Nomi che incutono timore per qualsiasi difesa e che, in teoria, avrebbero dovuto garantire un cospicuo numero di gol per i cafeteros. Il risultato? Colombia peggior attacco del torneo, con appena un gol messo a segno (da un difensore per giunta, Murillo) e addio Copa America già ai quarti. A casa, a disperarsi davanti al televisore per l’eliminazione della propria nazionale, c’era un certo Duvan Zapata. “Se ci fossi stato io li…”. Chissà quante volte se lo sarà ripetuto. Difficile trovare posto in un attacco così? Sicuro, ma non impossibile per chi può vantare dalla sua una media gol abbinata ad un apporto realizzativo da vero top player. A Napoli ne sanno qualcosa.
Arrivato in azzurro nell’estate del 2013, tanti i dubbi e gli scetticismi… Perchè? Basta buttare un occhio soprattutto alla cifra sborsata per strapparlo all’Estudiantes: 5,5 + bonus. Il Napoli lo seguiva da un po’, e galeotto fu un gol in amichevole contro l’Atletico Madrid che convinse definitivamente Benitez a puntare su di lui. Duvan – come De Laurentiis confidenzialmente ha chiesto ai tifosi di chiamarlo – ha saputo ripagare la fiducia dell’allenatore spagnolo e si è ben presto guadagnato il calore della gente di Napoli. Come? A modo suo. A suon di gol. A partire dal primo, bellissimo, datato 22 ottobre 2013. Al Velodrome, con il Napoli avanti 1-0 in una difficile partita contro il Marsiglia, Zapata firma il raddoppio con una parabola perfetta dalla distanza che trafigge e non lascia scampo a Mandanda. Un gol da vedere e rivedere. Quindici le reti complessive realizzate con la maglia del Napoli in due anni, tra Serie A, Champions ed Europa League.
Bottino magro? E invece no. Il dato che più risalta non è il numero finale di gol, ma la media realizzativa. In due stagioni Zapata ha giocato complessivamente 1284 minuti, trovando la via del gol ogni 124 minuti. Quasi un gol a partita in pratica, per lui che di minuti a disposizione ne ha sempre avuti pochi. Nell’ultima stagione, su trentuno presenze complessive, sono state venti le volte nelle quali è partito dalla panchina. E se nella Colombia la concorrenza è fatta di più nomi, a Napoli il posto in attacco è uno, ed è occupato da Gonzalo Higuain. Rivalità? Niente affatto. Zapata per definizione dello stesso Benitez “è un ragazzo troppo intelligente”. Sa aspettare il suo momento, e da chi gli sta davanti ha saputo solo ereditare e prendere appunti per migliorare.Potenza fisica, velocità e senso della posizione. Doti di serie, abbinate adesso anche ad una certa prolificità. Carattere? Tanto, ma mai una polemica o una parola fuori posto. Nello spogliatoio è una mascotte, in campo è una sicurezza.
Dopo due stagioni trascorse a sfruttare occasioni dalla panchina, per Zapata potrebbe esser arrivato il momento di fare le valigie per esportare le sue doti e i suoi gol altrove. Le richieste non mancano di certo. Dalla Sampdoria al Sassuolo (che aveva provato a battere la concorrenza del Napoli due anni fa per prenderlo dall’Estudiantes), dall’Udinese al Torino. Più di Callejon, più di Higuain, più di Mertens e Hamsik, Zapata è il nome maggiormente richiesto sul mercato in uscita della squadra di Sarri. Tante le richieste per accaparrasi “Zapatone” (come affettuosamente lo chiamano i tifosi azzurri), che però a quanto pare, sarà promesso sposo dell’Udinese che proprio quest’oggi ha trovato l’accordo per l’approdo in Friuli. Il Napoli però, crede nel giocatore, e non ha alcuna intenzione di privarsene a titolo definitivo. Partenza sì, per farsi le ossa e trovare continuità, ma solo in prestito (biennale). Perchè il futuro dell’attacco azzurro passa da qui, e ha un nome e un cognome ben definito: Duvan Zapata.
fonte: gianlucadimarzio.com
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