Il giro del mondo in quaranta giorni: e ora ch’è (quasi) finito, in quel taccuino pieno-zeppo di indicazioni, di freccette, di tagli e diagonali, di caratteristiche, di pregi e difetti, di previsioni di spese, Santiago del Cile resta l’ombelico del calcio, la residenza preferita per lanciarsi (ulteriormente) nel futuro lasciandosi trascinare dalla verve incontenibile di Eduardo Vargas, aggrappandosi alla sua corsa lieve e però potente che ha squarciato in due l’intero universo del football.
Qui Napoli, a voi Universidad de Chile: in quel concerto a due voci, avviato agli albori di novembre, la premessa d’un affare complesso ma per niente impossibile prevede l’assoluta inesistenza dell’asta ma ora che le stelle hanno smesso di restare a guardare, per uscire dal pantano creatosi con l’avvento di Inter e Chelsea, di Cska Mosca e di Zenit, di Villarreal, Wolfsburg e – per chiudere – dell’Arsenal, è servita l’impennata: «Noi siamo interessati, ora diteci voi» .
La trattativa è ormai lanciata, proseguirà ad oltranza, però sfuggendo a giochini al rialzo ai quali il Napoli non intende partecipare, rispettando ossequiosamente i propri principi e il fair play-finanziario.
L’ASSALTO – Tutto Vargas, dalla testa ai piedi, è racchiuso nelle relazioni che Maurizio Micheli (il braccio operativo di Riccardo Bigon per il Sud America) ha allestito in questa missione prolungata prima in solitario poi con l’assistenza «tecnica» di Leo Rodriguez (il procuratore di Denis) e di Alejandro Junior Mazzoni (il manager di Lavezzi), comparsi d’incanto il 26 novembre a Bergamo, munitisi d’informazioni utili per avviare il dialogo, poi ripartiti per render partecipe delle intenzioni del Napoli quel genietto esploso impetuosamente e per far conoscere all’Universidad de Chile la portata dell’offerta.
NOVE MILIONI – Quando le luci della ribalta cominciano ad illuminare Eduardo Vargas, non è (già) troppo tardi per la concorrenza: e poi il calcio ha regole discutibili, con promesse svaniscono d’incanto, come neve al sole. Il Napoli sceglie l’anticipo, complice l’innamoramento istantaneo di Riccardo Bigon, e spedisce Micheli in Cile, gli lascia studiare quell’attaccante simil-Lavezzi in sette partite, poi procede operativamente, incrocia il procuratore del calciatore e l’Universidad, sonda, fa i suoi conti e intuisce che deve osare: il Cska di Mosca offre otto milioni, il bonifico di Castelvolturno arriva a nove, tetto che può essere elevato sino a dieci milioni massimo.
LE STAR MONDIALI – E’ la dura legge del mercato, che costringe ad adeguarsi ma per evitar la ressa e stavolta provarci, la seconda fase di una trattativa destinata ad catturare l’attenzione generale e a tener deste almeno altri sette club, prevede il contropiede: il Napoli vuole Vargas, spera d’incassare i benefici d’una promessa strappata in tempi non sospetti, e per tentar di convincere l’Universidad rilancia e la blandisce, nove milioni subito e trasferimento in Italia invece a giugno 2012, con sei mesi di prestito gratuito per consentire un dolce distacco.
TRATTIAMO – La notte porta consiglio, oppure tormenti: perché dal Cile, alle tre, partono le prime telefonate «tempestose», si spargono le voci e si entra nel vivo d’un braccio di ferro inevitabile. Eduardo Vargas ci mette del suo, eccome: si sbizzarrisce, segna due reti nella finale di Coppa Sudamericana, fa luccicare gli occhi dell’Universidad, che annusa il colpaccio e ci prova, alzando l’asticella sino a tredici milioni di euro da versare subito e però lasciando il calciatore per altri sei mesi. E’ un’ipotesi praticabile, però con ritocco verso il basso inevitabile: a dieci si può chiudere. Babbo Natale ha il sacco pronto, ma sino a un certo punto.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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