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Il Napoli scopre la forza svizzera

Behrami rappresenta la forza fisica, Inler si è scrollato di dosso le paure della scorsa stagione

Eccolo là: destro e sinistro, petto in fuori e testa alta, come un leader moderno, come l’Inler di Udine, come il regista atteso e (finalmente) scovato nelle pieghe d’una serata complessa, 1-0 sul Chievo, un po’ di fatica e tre punti per continuare a credere ch’è così che si fa: «I o qua sono venuto per vincere ». Detto e fatto: tappa interlocutoria d’un giro d’Italia da conquistare con i fari spenti, il profilo basso d’un uomo che parla pochissimo e il carattere d’un uomo che ha capito Napoli e ora si sente più libero, più leggero, più se stesso. Eccolo qua, l’Inler inseguito per due sessioni del calciomercato, poi scelto a furor di logica tattica – e pagato diciotto milioni di euro – preferendolo a Vidal, altra pasta di centrocampista, vocazione completamente differente, per dare geometrie e anche solidità, per conferire equilibrio e anche una bella spruzzata di fosforo in un settore assai muscolare: la prima stagione è stata ritenuta ordinaria, e fa niente se dentro ci sia anche la vittoria della Coppa Italia, nella quale lo svizzero ci ha messo molto di suo; la sua è ricominciata in maniera sontuosa, con una interpretazione spesso autorevole del proprio ruolo e un dinamismo feroce.

VOGLIA MATTA – Qualcosa è cambiato, anche nel modo di essere in campo: a Inler ha giovato la presenza al fianco di Behrami, il compagno in Nazionale che gli sta al fianco, non invade, non gli toglie iniziative e gli concede la possibilità di giocare come sa. Questioni di compatibilità tattiche di convergenza: ma ora la «strana coppia» – difficile ritrovare due svizzeri assieme in Italia e a Napoli ce ne sono addirittura tre, perché bisogna inserire anche Dzemaili – s’è preso il Napoli sulle spalle e mentre uno demolisce nella interdizione, l’altro provvede alla costruzione d’un sogno che, domenica sera, il regista ha finalmente confessato: « Sono venuto qua per vincere e voglio riuscirci ».
LA CRESCITA – L’Inler bis è depurato dalle pressioni, che nella sua annata da napoletano debuttante, certo un pochino hanno pesato: perché passare dalla tranquillità assoluta di Udine alle pressioni quotidiane di Napoli non poteva rappresentare un esercizio semplicissimo. Inler ha fatto da sé, con il contributo tecnico di Mazzarri che non gli ha mai tolto la fiducia, e quando la serenità interiore l’ha accompagnato, ha pure scoperto che con Behrami erano fatti proprio l’uno per l’altro: perché mentre uno svizzero va a togliere il fiato e il pallone al nemico, l’altro ha la possibilità di esibire il proprio calcio, fatto di tocchi corti o di sventagliate, di tentativi audaci negli angoli di passaggio più stretti o di scelte coraggiose dai venticinque metri che vanno a sbattere contro il palo o sulle mani di un portiere in volo. Il gol poi magari arriverà (« l’ho cercato e devo dire che non sono stato poi così fortunato »), ma intanto è arrivato il vero Inler, in tutta la sua intierezza: che gioca sciolto e confessa pure le legittime aspirazioni: « Io qua sono ovviamente venuto per vincere ». La Coppa Italia non gli basta.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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