Parliamone: e, con i toni consueti, quel filo di voce decisamente rispettoso, hanno discusso di Bilbao, della malinconia del san Mamés, delle macerie che ha lasciato dentro, della delusione ch’è emersa «fuori», della Napoli che è stordita, del Napoli che barcolla ma che deve rialzarsi e ricominciare subito a pensar da grande. Un discorso non dev’essere necessariamente lungo, ma deve colpire: e Rafa Benitez ha centellinato le parole, s’è affidato a se stesso, alla propria esperienza, al calendario ed alle responsabilità che ognuno avverte, l’allenatore in testa. «Ricominciamo: bisogna guardare avanti».
GENOA PER LORO. E’ la tappa di avvicinamento verso la normalità, è il bisogno di rifugiarsi in un «porto» rassicurante: e Marassi, si sa, non sarebbe il massimo, vista l’intraprendenza e la capacità di Gasperini, la sua voglia di rivincita per quello sgarbo del 2011, la sua capacità di costruire calcio e squadra. Però è l’anno zero, almeno così sembra, nella Castelvolturno silenziosa, nella quale non arriva eco del monologo di Benitez per sottolineare tutto ciò che non è andato, un bel po’ di cose, in quella Bilbao che ora diviene il tormento da scacciare via in fretta. Guardare avanti vuol dire: subito al campionato, poi all’Europa League e quando sarà il momento alla Supercoppa italiana e alla coppa Italia, agli appuntamenti che danno lustro ed aiutano a dimenticare, esercizio a cui il Napoli vuol sottoporsi immediatamente.
«ONE». Il rumore dei nemici è ovunque, ormai: nell’atmosfera tiepida, nella amarezza diffusa, nel disorientamento collettivo, nello «special» Mourinho che da Londra coglie al volo l’occasione per pungere Benitez, verso il quale nutre una simpatia indiscutibilmente acida. « Dopo il flop in Champions League, immagino che una squadra con il potenziale del Napoli voglia rifarsi. Dovrà concentrarsi solo sul campionato, mentre Juventus e Roma saranno distratte dalla Champions» . Il peggior complimento, tra colleghi: un’investitura velenosa, per raddoppiare, triplicare, decuplicare l’onere nei confronti di Benitez.
«RAGAZZI, SI RIPARTE». Cancellare Bilbao è la prima missione ed è complesso, perché qui ci vuole Freud: ci vuole la forza di isolarsi, di resettarsi dentro, di ritrovare la postura giusta e pure la testa, di lavorarci su. E di pensare al Genoa, verso il quale Benitez ci va con le idee chiare, una formazione da rimescolare qua e là e soprattutto il desiderio di svoltare: non c’è Ghoulam e a sinistra ci va Britos, a meno che Zuniga non abbia dimostrato d’aver smaltito i chili di troppo con i quali è rientrato dal Mondiale e dalle vacanze; e poi, davanti, il solito ballottaggio tra Mertens ed Insigne; ed in mezzo, stavolta, con il mercato che è alle spalle e la tentazione Bayern Monaco che non esiste più, magari Inler ha la mente sgombera e può giocare. E comunque non è quello che bisognerà rimuovere, non le scorie di trattative mai decollate, di veri o presunti innamoramenti: è Bilbao che angoscia e che Benitez ha tentato di strappare dal poster della memoria, quella «macchia» ch’è troppo fresca ma che non può continuare a costituire il tormento. «Guardiamo al futuro».
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro