Scusati per il ritardo. Pure se poi non ce ne è stato neanche bisogno. Era già tutto previsto. Organizzato. Praticamente inevitabile. A qualcuno doveva pur toccare: a Berna c’erano tre camere “singole” prenotate e un volo privato per la mattina dopo. Il dottor d’Andrea, era già rassegnato. Gli toccava. Il dubbio era sugli altri due. Quelli che sarebbero stati sorteggiati all’antidoping e che mai sarebbero potuti partire col resto della squadra: «fortunati» Higuain e Albiol. Tutto da programma, insomma. Gli altri via di fretta appena finita la partita. Affannosamente. Delusi, amareggiati e contestati. Higuain e Albiol, invece, «prigionieri» dei controlli di rito. Costretti a dormire là. Questione di coincidenze. L’aeroporto ha orari rigidi. E per espletare certe funzioni ci sta si perda tempo. Così è andata. Notte a Berna, rientro in charter a Capodichino nella mattinata e allenamento quando i compagni erano già sotto la doccia. Per Albiol, defaticante. Higuain, tutto col pallone. I dieci minuti allo Stade de Suisse l’avevano scaldato più che stancato. E Pipita aveva bisogno di allenarsi. Tre partite in una settimana ora, e vorrà giocarle tutte. Verona e Roma al San Paolo: entrambe senza tifosi ospiti. L’Atalanta in mezzo, in trasferta. Si gioca ogni tre giorni. Il turn over è obbligatorio. Ma pure il contro turn-over. La restaurazione. Il ritorno dei «titolarissmi». Perché anche Benitez ha i suoi. Si cambia allora. Con tutto il rischio delle smentite, di scelte spiazzanti e una formazione sempre imprevedibile. Ma un’idea c’è. E qualche sussurro. Minutaggi nelle gambe, rotazioni solite e un po’ di acciacchi da curare, gli indizi probanti aspettando le pettorine. Sacre. Quelle che non si sono ancora viste. Ieri gruppo diviso a metà. Chi ha giocato a Berna ha scaricato un po’ i muscoli, gli altri contro in partitina. Tirata. A campo ridotto. Sette i cambi ipotizzabili. Sarà un altro Napoli. E Benitez spera non solo negli uomini. Attenzione, intensità, ritmo e risultato, le variabili pazze Rafael contro Rafael sarà la sfida tra portieri omonimi. Dietro torna Koulibaly. E con lui sempre Albiol: favorito su Henrique. Britos è affaticato. Come Zuniga. Entrambi hanno svolto un lavoro specifico. Maggio e Ghoulam le opzioni sugli esterni. In mezzo, una traccia precisa: David Lopez c’è. Garantisce fisicità, equilibrio e intensità nel pressing. Piace tanto a Benitez. Lui e uno. Poi Inler. La spalla che sembra giusta. Era stato il peggiore a San Siro. S’è riscattato. Berna, casa sua e le critiche, gli hanno dato stimoli e forza. E’ in ballottaggio con Jorginho. Ma parte avanti. E la rifinitura oggi può dare conferme. Quelle attese anche in attacco. Callejon richiamato d’urgenza per un quart’ora in Svizzera, in campo dall’inizio. Sei gol senza rigori. E’ il capocannoniere, il “pichichi” della A. E gioca. Calletì a destra, Insigne opposto. Che scalpita. Fuori a Berna e pronto. Come Hamsik e Higuain: la «perfezione» dello zero assoluto sotto porta. La doppia H. Perfetta comunque però. Almeno alla vigilia…
Fonte: Corriere dello sport
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