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Il Napoli piomba sul “Nido d’uccello”

La squadra partirà domani mattina alla volta di Pechino

Ve la do io la Cina e, alle quindici e trenta, la missione Supercoppa è ufficialmente aperta: volo diretto per Pechino, undici ore tutte d’un fiato in cui attraversare gli otto anni alle spalle e quel percorso tortuoso che conduce da Cittadella al «nido d’uccello», ce ne sarà d’immagini ad accompagnare il viaggio di Aurelio De Laurentiis e della delegazione numerosa al seguito d’un sogno. Si parte e si fantastica, senza dimenticare il passato, anzi andando a raschiare il fondo della memoria: però si entra nel pieno clima di una vigilia lunghissima, una scia azzurra ch’è una piccola, grande muraglia edificata rinascendo come l’araba fenice, togliendosi di dosso la polvere della Fallimentare dell’agosto del 2004 e scoprendo le emozioni di una dimensione inimmaginabile.

UN’ALTRA ESTATE – Do you remember? Da Napoli a Pechino, ne è stata fatta di strada: due anni di serie C, uno di B e poi una sequela di affermazioni, la prima stagione in A da «debuttante» chiamandosi Napoli, la qualificazione in Intertoto, la lieve flessione, la resurrezione definitiva aggrappati al ciclo-Mazzarri, la politica del fair play finanziario, l’Europa League e poi la qualificazione in Champions League. De Laurentiis «apre» le danze, accompagnato dall’ad Chiavelli, dal direttore amministrativo Saracino, dal direttore dell’area marketing Formisano; e poi i dirigenti e lo staff medico e chi ha osservato – nell’agosto del 2004 – il mondo dal basso dello scantinato e ora può godersi questa rinascita partenopea. Il tempo è scappato via ma resta un’escalation che alle tre del pomeriggio raggiunge vette inimmaginabili, appena otto anni fa: e a diecimila metri, con la testa tra le nuvole, sarà un piacere lasciarsi andare.

MADE IN ITALY – Benvenuti a Pechino, però a casa Napoli bisognerà sentirsi a proprio agio, vivendo comodamente e preparando la sfida di sabato sera senza il rischio di subire contraccolpi ambientali: la pasta è già arrivata, un centinaio di chili che garantiscono un’alimentazione abituale; e nei sacconi spediti in anticipo all’Hyatt, manco a dirlo, c’erano pure le scorte di olio e quelle dei pelati in scatola. Il cuoco parte nel pomeriggio, accoglierà la squadra con un menù rigorosamente confezionato da Mazzarri e dal dottor De Nicola.

SI COMINCIA – Il Napoli ha scelto di combattere il fuso orario arrivando pronto per l’uso alla finale di sabato: partenza alle quindici italiane di domani, arrivo a Pechino alle otto del mattino locali, un salto in camera, un riposino supplementare, poi il pranzo e alle diciassette è già il primo allenamento, guarda un po’ in contemporanea con la Juventus, che logisticamente è sistemata a undici chilometri di distanza e che verrà incrociata nell’imminenza della gara di sabato.

POI SI STACCA – Una seduta al giorno, magari un’integrazione tattica al mattino, fino al d-day: il rientro in Italia è previsto per domenica 12, quando Mazzarri concederà due giorni di riposo al Napoli e (quasi sicuramente) sette giorni a Cavani, che sta lavorando dal 27 giugno e che ha dunque già provveduto a prepararsi. Potrà tirare il fiato e presentarsi rinfrescato e ritemprato al campionato. La settimana-tipo comincerà il venti agosto: Pechino sarà un pochino più lontana, ma giusto un po’…

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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