Good morning, London. E, ovviamente, buon dì: con gli occhi stropicciati e il tempo che scorre via veloce, verso l’infinito, una nuvola d’emozioni e fantasie che danzano nell’aria, il senso pieno della propria vita da rivivere in quei flash che s’accavallano come onde anomale. E’ qui la testa, nell’ora e mezza da attraversare a piedi uniti, nella notte tra le stelle e il magnetismo scatenato dalla svolta epocale, un contenitore ricco fascinoso e chic, in cui c’è spazio per la Storia. Si parte e l’alba d’un altro giorno, unico nel suo genere, è un’ampolla magica in cui custodire se stessi, i sacrifici dell’infanzia perduta e il consenso d’una giovinezza ridondante, le sensazioni più intime e le ansie più inconfessabili, i segreti dell’infanzia sognante e la realtà che ora si profila in quel giardino, Stamford Bridge, da render più verde.
MISSION POSSIBLE – Napoli 3, Chelsea 1: e però conviene resettare, un colpo di mouse su ciò ch’è stato, fingendo che non sia mai accaduto niente e che quella serata d’onore rappresenti un’illusione. Good morning, Londra, come se alle spalle ci fosse il vuoto pneumatico d’una infatuazione, non il deltaplano per andar oltre le previsioni: e a Capodichino, alle dieci e un quarto, quando i motori s’accenderanno, sarà scontato lasciare che la scia cancelli ogni residuo di quella sfida, azzerandola. La missione possibile è racchiusa in quel 3-1 dell’andata ma alle dieci e un quarto, l’ora del decollo, ciò che resterà del 21 febbraio, sarà semplicemente un dato statistico da tenere in tasca, aspettando il triplice fischio di chiusura.
AVVISI SPECIALI – Bye bye Naples e arrivederci a domani sera, che poi sarebbe giovedì mattina, in quello spazio in cui si concentreranno gli umori versi, il tormento oppure l’estasi, perché tutto sarà (irrimediabilmente) concluso. Arrivederci Napoli, che intanto progetta l’esodo con le prime delegazioni di tifosi che, un’ora dopo, s’imbarcheranno a Roma per atterrare a Heathrow, la scorta iniziale di quei cinquemila sostenitori annunciati e «avvisati» dal questore di Napoli, Luigi Merolla, attraverso Kiss Kiss: « Il regolamento d’uso allo stadio a Londra è più severo di quelli vigenti in Italia. Questa squadra sta vivendo un momento magico e dobbiamo eliminare comportamenti che possano proiettare dubbi sui suoi successi. Chi non ha il biglietto stia a casa. C’è grande intesa con la polizia inglese e provvederemo a segnalare tutti quelli che partono, in maniera da poter far lavorare meglio i londinesi ».
D DAY – Let’s go: e da stamani e sino a giovedì incluso, sarà un febbrone collettivo che pervaderà Capodichino e Gatwich, Heathrow e gli angoli più sperduti di Napoli, in un’attesa che impregna i vicoli, in una delirio di massa che induce a «intravedere» una città deserta, in collegamento diretto con la favola. Si gioca e però prima si vive, per intero, l’infinita vigilia che condurrà il Napoli a tavola per il proprio pranzo – con cuoco personale, of course – e poi a Stamford Bridge per la rifinitura, da effettuare a conferenza stampa ultimata e prim’ancora che arrivi il Chelsea. Poi verrà la notte prima dell’esame e sarà una processione veloce di charter che, in fila, si poseranno a Londra.
E NON FINISCE QUA – L’ora (e mezza) X sta per scoccare, ma il clima da «tutti esauriti» riesce a spingersi persino al di là della Champions, in una bulimia da calcio (pardon, da Napoli) che non fa sconti: la prevendita per la semifinale di ritorno di Coppa Italia con il Siena è scattata con il botto e, favorita da prezzi popolarissimi, ha già toccato quota quarantamila, lasciando prevedere l’ennesimo pienone d’una stagione (quasi) senza precedenti. Dio salvi la Regina, ma se poi dà pure un’occhiata al Napoli…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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