Il gol non arriva, neanche a Udine. Questo il problema attuale del Napoli, scivolato a meno sei dalla Juventus a quattro giorni dallo scontro diretto al San Paolo. Si è spenta la luce dei suoi assi d’attacco, Cavani e Hamsik. Quarta gara all’asciutto tra campionato ed Europa League. E se non segnano loro non ci sono altri interpreti in grado di finalizzare. Volenteroso ma ancora una volta non decisivo Insigne, abulico Pandev che entra nella ripresa e non incide. Mancanza di lucidità anche negli assist e nell’ultimo passaggio. C’è però da sottolineare il rigore non fischiato a favore di Cavani (netto il fallo di Danilo) e l’altro dubbio su Armero (trattenuta sospetta in area). E poi la trasferta del Friuli ha anche consegnato diversi aspetti positivi.
Con questo pareggio si allunga a nove la serie utile consecutiva del Napoli: la squadra di Mazzarri ha ritrovato energia, compattezza e brillantezza in fase di non possesso palla non concedendo neanche un tiro pericoloso all’Udinese. Grande pressing, intensità, organizzazione, squadra corta e determinata. E comunque tre palle gol pulite anche se non concretizzate: le prime due da Hamsik (di testa e al volo) e la terza da Cavani a un passo dalla porta. Il Napoli affronta la partita con lo spirito giusto. Intenso, reattivo, aggredisce i bianconeri in ogni zona, già dall’avvio. Però poi si perde sul più bello e non riesce a fare male negli ultimi venti metri. Manca l’ultimo tocco, gli azzurri sviluppano bene l’azione e arrivano con facilità nei pressi dell’area di rigore avversaria ma lì si perdono sempre. La stessa cattiveria agonistica di difensori e centrocampisti non c’è stata in fase di attacco.
Mazzarri cambia le fasce, Mesto e Armero al posto degli stanchi Maggio e Zuniga. E soprattutto il colombiano, uno dei tre ex dell’Udinese con De Sanctis e Inler, si fa sentire sulla sinistra con una spinta continua e diversi cross interessanti, il migliore nel primo tempo per la palla gol di Hamsik (ottima la parata di Padelli al 36′). Mesto è invece meno determinato nell’affondo sull’altro lato. Come partner di Cavani c’è Insigne, il nazionale under 21 svelto ma non determinante. Il Matador si conferma poco lucido in fase conclusiva (non segna dalla trasferta di Parma a fine gennaio) ma corre tanto, lavora per la squadra e pressa per disuturbare l’azione in avvio di tre difensori friulani. Il fulcro è sempre Hamsik che gioca a corrente alternata e stavolta sbaglia troppe giocate decisive per i compagni. Inler e Behrami reggono in mezzo al campo.
Messo così in campo il Napoli fa gioco e deve stare solo attento alle sporadiche ripartenze dell’Udinese, in questo Guidolin è un maestro e ha gli interpreti giusti per farlo, soprattutto Di Natale. Però anche per merito del Napoli i friulani sono poco arrembanti e pensano essenzialmente a difendersi non risultando mai pericolosi. Nella ripresa il copione resta simile: la partita la fa il Napoli, manca però cattiveria e lucidità sotto porta. Insigne sale di livello e Armero si conferma in grande serata, ma gli azzurri non sfondano. Hamsik potrebbe far meglio in una girata al volo e sicuramente dovrebbe far meglio Cavani a un passo dalla porta su invito di Armero. Mazzarri si gioca la carta Pandev dopo un quarto d’ora al posto di Inler, il macedone si piazza tra le linee in appoggio a Cavani e Insigne, Hamsik si abbassa da centrocampista puro: il modulo stavolta non cambia, si prosegue con il 3-4-1-2. Il Napoli continua a fare gioco, la circolazione palla è piuttosto veloce, le idee fino al limite dell’area avversaria ci sono. Con il passare dei minuti diventa quasi un assedio, il Napoli guadagna campo e mette sempre pià pressione ai friulani. Ma il gol non arriva. La speranza è che torni nella serata più importante, quella contro la Juve.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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