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Il Napoli mette a frutto gli errori dell’Olimpico e chiude gli spazi. Mertens l’uomo in più nelle ripartenze fulminee

L’approccio alla gara questa volta è giusto. Il Napoli è corto, il baricentro è basso, non lascia tra le linee quello spazio concesso incautamente alla Roma. Gli attaccanti rientrano e ripartono. È quello che voleva Benitez dopo la sbandata dell’Olimpico. Recupero palla nella propria metà campo, Higuain di raccordo e due frecce, Mertens e Callejon, pronte a lampeggiare per chiedere spazio nelle corsie di sorpasso.

La palla è sempre a terra anche per non farsi penalizzare dal vento contrario. Hamsik non trova molto spazio ma trova Mertens già dopo 7 minuti. Tiro di poco alto. Segnali di vitalità. Il belga è l’uomo in più, basta servirlo sulla corsa per vederlo guadagnare 30-40 metri palla al piede spaccando in due l’OM, nettamente sorpreso dalla sue accelerazioni. La prima di queste determina un cambio gioco sul lato debole dei francesi, non finalizzato da Callejon. La seconda si concretizza in un assist per Armero che spreca tirando a lato. Il terzo spunto termina ancora con un’apertura per Callejon. Lo spagnolo è bravo a servire subito Higuain troppo lento nell’ultimo dribbling.
L’undici azzurro riparte da sinistra. È una costante. Lo dicemmo più volte anche prima delle partite con l’Arsenal e la Roma. Se il Napoli deve abbassare il baricentro e gli esterni, Mertens è più adatto di Insigne nell’interpretazione della doppia fase, avendo facilità di corsa non solo nel breve ma anche nell’allungo. Ne fa le spese soprattutto Fanny, il dinoccolato terzino destro dell’OM inadatto a tamponare certi scatti e certi cambi di direzione repentini.
Le occasioni sprecate aumentano col passare dei minuti. Il dialogo tattico funziona sempre meglio. Baup non trova contromosse adeguate. È ancora Mertens a pescare in verticale Hamsik bucando facilmente la stralunata mediana composta da Cheyrou e Romao. Lo slovacco sbaglia l’ultimo passaggio apparentemente facile per Higuain. Poco dopo un contropiede innestato da Reina per Callejon determina un clamoroso «2 contro 1». Mertens lancia in porta Higuain che tira incredibilmente a lato. Il belga replica al 39′ per Hamsik che si fa contrare al momento di calciare.
Non è possibile che dopo 40′ giocati con intensità, intelligenza tattica e buone soluzioni tecniche il punteggio sia ancora in parità. La giocata riparatrice arriva appena i due esterni si invertono le fasce di competenza. Fernandez serve in verticale Higuain che lasciato libero di girarsi inventa un lancio di sinistro a scavalcare la linea dell’OM. Callejon non sbaglia nulla: controllo di petto, rientro di esterno destro a saltare l’avversario e conclusione di interno radente sul primo palo. Giustizia è fatta.
Anche la ripresa scorre sullo stesso copione. Nella fase difensiva il temuto Valbuena è sempre ingabbiato dalle coperture preventive di Behrami e dalle diagonali strette di Callejon, così ai padroni di casa viene meno l’apporto creativo del suo giocatore più dotato. Fernandez gioca bene di reparto con Albiol (per l’occasione posizionato sul centro sinistra), anche i terzini tengono bene la linea difensiva. Inler in spazi più stretti diventa un gigante. Scala spesso dietro Behrami lavorando anche lui molto sulle linee di passaggio e poi con lucidità fa da starter per le ripartenze manovrate. L’OM al rientro in campo produce il massimo sforzo per rientrare in partita ma il Napoli tiene bene, tatticamente e di testa. È Albiol a dare sicurezza ai compagni non perdendo mai un duello individuale.
I partenopei non subiscono mai passivamente la pressione avversaria e ripartono ogni volta che si allargano le maglie avversarie. Dopo un paio di tentativi a vuoto arriva così il colpo del kappaò. La ripartenza nasce ancora sull’asse Inler-Mertens. Il cambio di passo che determina il «3 contro 2» centrale è però di Hamsik, forse lo spunto migliore della sua partita, ancora ricca di corse a vuoto nonostante la forte determinazione. Callejon non ha un controllo felice ed è costretto a rientrare scaricando ancora su Mertens che arriva a sostegno. Il colpo di tacco del belga a liberare Zapata è geniale. Il colombiano premia la fiducia di Benitez, che lo aveva buttato nella mischia al posto di Higuain, preferendolo a Pandev e Insigne. Mentre la preparazione del tiro è un po’ lenta, ma tanto N’Koulou sta a guardare, la conclusione all’incrocio dei pali è precisa e potente, imparabile anche per un portiere quotato come Mandanda. Siamo al 66′ ma si può già tracciare un riga sul match e passare al consuntivo. Benitez torna da Marsiglia con tante buone notizie.
Intanto il ritorno in campo di Higuain, la cui presenza ha dato convinzione al gruppo, nonostante l’argentino non abbia mai forzato lo scatto o il tackle. Poi la prestazione collettiva frutto di motivazioni forti e buone scelte strategiche. Infine la classifica di Champions al giro di boa del group stage. In Napoli è vivo in corsa e si giocherà la qualificazione soprattutto in casa. Il fattore San Paolo potrebbe risultare alla fine l’arma in più.

Fonte: Il Mattino

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