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Il Napoli in ansia per Cavani giramondo

Il Matador partirà in panchina Il preparatore del Giappone Albarella: «Meglio se non gioca»

In ansia per Cavani. Il Napoli si mobilita per consentire al Matador di essere nelle migliori condizioni nella sfida dell’anno contro la Juventus. Edi, tuttavia, è con la testa ancora all’impegno dell’Uruguay contro la Bolivia, in programma oggi alle 16 (22 ora italiana). «Avrò tempo e modo per pensare alla gara con i bianconeri – ha affermato l’attaccante del Napoli ad Ovacion Digital – ora penso a recuperare forze e morale per la difficile partita con la Bolivia». La netta sconfitta con l’Argentina, 3-0, brucia ancora. «È stato un colpo molto duro – ha detto Cavani – ma ci siamo ripresi da momenti anche peggiori. Dobbiamo ripartire dal primo tempo disputato a buoni livelli e provare a vincere, restando uniti come lo siamo sempre stati negli ultimi anni».
Il Napoli seguirà con ansia la gara, essendo preoccupato per le condizioni fisiche di Cavani, che tornerà giovedì, a 48 ore dal match con la Juventus. Le incognite sono diverse, perché alla volata transoceanica di 15mila chilometri (che diventano circa 25mila considerando anche l’altra gara giocata in Argentina) si aggiungono il jet lag e, soprattutto, l’altura. Si gioca a La Paz, la capitale più «alta» del mondo, con i suoi 3650 metri sopra al livello del mare. Condizioni climatiche quasi impossibili per chi non è abituato a giocare a quelle altitudini. Storicamente lo sono soprattutto per la Celeste, mai vittoriosa in 8 gare giocate in Bolivia. «Sappiamo che giocare in quota sarà difficile – ha confermato Cavani – contiamo di partire subito forte, visto che la stanchezza si avverte più alla fine delle gare».
Al Napoli interessa che Edi si stanchi il meno possibile. «Le difficoltà sono molteplici – avverte Eugenio Albarella, attuale preparatore atletico del Giappone di Zaccheroni, stasera in campo contro il Brasile – perché si gioca in condizioni davvero estreme. A quelle altezze c’è rarefazione di ossigeno, un’aria diversa che non consente una normale ossigenazione del sangue e quindi c’è minore energia nei muscoli. Questo perché c’è una massima concentrazione di emoglobina nel sangue. L’organismo si abitua e pone rimedi in 30-40 giorni, ma in poche giornate è quasi impossibile rendere al massimo». Dunque per Cavani e compagni aumentano gli ostacoli e per il Napoli le preoccupazioni. «Non c’è dubbio, perché i boliviani, anche per struttura fisica diversa, sono abituati. Per gli uruguagi ci saranno difficoltà respiratorie, ostacoli nel giocare ad alta intensità per 90′, con inevitabile crollo negli ultimi 20′ e una maggiore accumulo di tossine nei muscoli, che può durare anche più giorni del previsto».
Bisogna dunque augurarsi che Cavani non scenda in campo, come alcuni quotidiani uruguaiani sostengono: Tabarez, infatti, sta pensando ad una formazione più coperta, un 4-4-2 con Cristian Rodriguez, un centrocampista, al posto di Cavani e con Forlan e Suarez in attacco. Il Matador dovrebbe comunque trovare spazio nella ripresa. «Se Cavani non gioca è meglio per il Napoli – sostiene Albarella – ed in ogni caso quando tornerà in Italia il suo allenamento dovrà essere volto totalmente al recupero. Anche un atleta eccezionale come lui può patire l’altura, speriamo ci sorprenda ancora recuperando tutte le energie per la sfida con la Juventus».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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